Ancora sulla dottoressa Moschetti di Taranto

Questo non è un commento, o meglio è il più bel commento che possa aver ricevuto sul mio sito.

Tempo fa feci un’articolo sulla “Leggendaria prescrizione della dottoressa Moschetti di Taranto”. Ebbene in questi giorni ho appreso che dopo un bel po’ quel mio articolo ha avuto un notevole picco di visualizzazioni ed è stato letto da tante persone. Non ho ricevuto commenti diretti di alcun tipo al riguardo ma so che l’articolo è stato letto tantissimo. Mi piacerebbe sapere anche se scatenando reazioni di disappunto o di approvazione ma in ogni caso, come scrissi a suo tempo, l’importante è che se ne parli.

Nell’articolo scrivevo proprio che la stampa doveva dare ampio risalto alla notizia perché era una notizia molto importante, accade che la “stampa” per certi versi diventi io e che venga letto molto io per aver scritto di quella prescrizione.

Bene, allora visto che è passato un po’ di tempo rinfresco la memoria di chi si fosse dimenticato cosa riguardava la prescrizione.

La dottoressa Moschetti che, se non fosse che abita ad un tot. di chilometri da casa mia mi piacerebbe pure conoscere per esprimergli la mia solidarietà, ha avuto il coraggio di prescrivere un’ora di gioco libero al giorno ad un bambino di Taranto che non aveva una gran situazione di salute generale. Questo bambino secondo lei aveva assoluto bisogno di giocare di più, almeno un’ora al giorno.

Poi nel mio articolo io ci ho fatto i ghirigori e ho commentato che questa cosa non succede solo a Taranto, in tutta Italia ci sono tantissimi bambini che hanno bisogno di giocare di più e non solo per la questione ambientale, ma insomma la cosa rivoluzionaria era che un pediatra invece di ordinare la classica medicina che non risolve il problema si metta in testa in modo drastico di fare questa eccentrica prescrizione, proprio come se l’attività fisica fosse un farmaco insostituibile.

Ed è quello che vado predicando da oltre 700 articoli sul mio sito, l’attività fisica è davvero un farmaco insostituibile e quando sento dire per radio (ieri, non tanto tempo fa) che il problema degli italiani è soprattutto un problema dietetico e poi devono anche iniziare a muoversi di più mi infurio come una bestia perché sono convinto esattamente del contrario. E’ vero che c’è anche un problema dietetico e soprattutto nelle zone disagiate  mangiano tante di quelle porcherie da far paura (ma io sostengo che sia colpa della televisione, la mia equazione è tanta televisione=tanto cibo spazzatura) ma il problema principale è la carenza di attività fisica e chi comincia a muoversi in modo consono regola anche i centri dell’appetito e comincia a mangiare meglio in modo automatico senza pensarci tanto su.

Il ministro dell’istruzione del primo governo Conte, mio collega, aveva sollevato il problema, non per nulla era un insegnante di educazione fisica e aveva tentato di far capire alla scuola italiana che un problema è anche l’eccessivo carico di compiti che impedisce ai bambini di giocare quanto necessario. Il governo è caduto per tutt’altri motivi ma quell’uscita di quell’altrettanto coraggioso ministro non ha ottenuto l’eco e l’attenzione che meritava, anzi è stato praticamente ignorato dalla scuola italiana che ha proceduto come un treno sulla sua strada senza rallentare minimamente. Il problema non è stato assolutamente risolto ma nemmeno affrontato tanto è vero che esiste ancora un sito che si chiama “Basta compiti!” che non dovrebbe più esistere se il problema fosse stato risolto e i bambini continuano a fare la lotta con la scuola per avere il tempo per poter svolgere l’attività fisica quotidiana della quale hanno bisogno come il pane che mangiano.

Poi, come sempre, io mi allargo troppo su questi argomenti e sostengo che abbiamo dei diciottenni semplicemente disastrosi come capacità motorie e condizioni di salute generali e pertanto sostengo che anche in quinta superiore e non solo in prima elementare bisognerebbe dare molta importanza all’attività fisica e capire che il resto della tua vita non dipenderà solo dallo splendore della valutazione con la quale esci da scuola ma anche dalle condizioni di salute con le quali esci dalla stessa.

Insomma ho un mio punto di vista del tutto personale e forse anche un po’ estremizzato che da un’ importanza decisamente superiore all’attività fisica di quella data ad essa dalla nostra scuola.

Il fatto che ad un certo punto io diventi buon cronista della presa di posizione della pediatra Moschetti di Taranto mi fa certamente piacere e  mi lusinga, che poi questo sia l’unico articolo letto veramente tanto sul mio sito “estremista” sull’attività fisica peccato, almeno spero di aver fatto da cassa di risonanza a questa lungimirante dottoressa e che si possa parlare ancora dell’idea di salute che ha in testa lei.

Poi, visto che è già accaduto che le cose si rispolverano un po’ di tempo dopo, mi piacerebbe anche che un giorno venisse fuori che ho citato un ministro (Marco Bussetti) che ha proposto di ridurre i compiti di scuola per far giocare di più i bambini.

Ma quello,  probabilmente, è il futuro, adesso siamo solo nel 2020…