Ormai è una vera e propria pandemia e in Italia non siamo messi meglio, anzi, non è difficile trovare qualche bel settantenne in perfetta forma fisica meno curvo del nipote di 15 anni già assassinato da smartphone, tablet, computer, libri di scuola e mancanza di attività fisica.
Tanto per respingere la solita accusa di parlare sempre al vento parto con una mia proposta shock che è la “Autodeterminazione del peso del trolley” da portare a scuola. E con questa definizione qualcuno potrebbe pure dire che stavolta mi è andato del tutto in pappa il cervello ma voglio spiegare perché, se anche fosse così, non è certamente per una presunta irrazionalità di questa ragionevole proposta.
Mi spiego: ai nostri tempi questo problema non esisteva, i libri non erano così pesanti ma anche se fossero stati pesanti come quelli di adesso non avremmo avuto soverchie difficoltà a risolvere il problema. I maggiorenni facevano tutto quello che volevano fare ma anche i sedicenni ed i quattordicenni, alle medie il problema proprio non esisteva. Non avevamo assolutamente bisogno di chiedere nulla né ai genitori né, tantomeno, ai professori. Qualche volta alcuni professori si lamentavano che non portavamo mai il libro della loro materia (magari era proprio il più pesante) ma nessuno è mai stato bocciato per questo.
Ora i genitori sono molto più presenti nella scuola, nel bene e nel male e non passa inosservato nulla. Se il pargolo non porta a scuola un libro lo sa tutta la famiglia non c’è più niente di nascosto ed i ragazzi non possono più nemmeno nascondere i voti che prendono a scuola per colpa del registro elettronico cosa che ritengo semplicemente anticostituzionale, che viola la privacy in modo indecente (in tempi nei quali si parla tanto di privacy), cosa praticamente da telefono azzurro e che mina pesantemente lo sviluppo dell’autonomia relazionale del ragazzo.
Mentre per i maggiorenni il discorso è lo stesso di una volta e devono essere proprio loro a capire i libri che ha senso portare a scuola e quelli che è proprio il caso di lasciare a casa, per quanto riguarda i minorenni ai tempi nostri si è aperto un dibattito infinito. Non si sa chi deva risolvere il problema dei trolley troppo pesanti che sono troppo pesanti perché le case editrici ignorano assolutamente il problema, sono capaci di produrre libri che pesano 1 chilo e chi sceglie i libri non si preoccupa assolutamente degli aspetti logistici collegati a questo peso eccessivo.
Vi sono testi addirittura con i compiti sopra e viene da pensare che sia una bella scusa per impedire il riciclaggio dei testi usati ed incrementare ulteriormente il business delle case editrici. questa brutta idea contribuisce comunque ad aumentare volume e peso del libro di testo e già per questo andrebbero scartati.
Il problema purtroppo è assolutamente ignorato anche da insegnanti e direttori didattici che una volta autorizzata la malefatta dell’adozione di testi troppo pesanti non sanno che soluzioni proporre per risolvere i problemi logistici derivanti dall’utilizzazione di tali testi.
Allora la mia proposta di oggi è da colpo di stato perché qualcuno sosterrà che si pone in atteggiamento troppo polemico con l’istituzione scolastica, ritenuta la più “sacra” (anche della chiesa stessa…).
Se nessuno ha idee geniali per risolvere il problema (e non aspettatevi che queste arrivino dai ragazzi) allora come genitori coinvolti in tutto, che ci manca solo che ci chiedano di correggere i compiti dei figli, potremmo applicare la “Autodeterminazione del peso del trolley”.
Di cosa si tratta. La legge parla ben chiaro: il peso del trolley deve essere compreso in un range che va dal 10% al 15% del peso del ragazzo con maggior propensione verso il limite minimo di tale range per i ragazzi di struttura gracile.
Ora, senza a stare a sindacare su un dato confutabile, quale è la presunta “gracilità” del ragazzino (a volte i magri sono più robusti e tonici dei “paciocconi”) facciamo finta che siano tutti robusti e pertanto atteniamoci, dimostrando buona volontà di collaborazione, solo al valore superiore del 15% del peso del ragazzo, lasciamo perdere quell’ipotetico 10% che ci costringerebbe a lasciare a casa troppe cose.
Come si riempie il trolley se i professori non si mettono d’accordo e tutti ti dicono che il loro libro è essenziale ed imprescindibile? Molto semplice: si mettono dentro quaderni, astucci e agenda che purtroppo sono già abbastanza pesanti, a questo punto si pesa il trolley e si vede se è già sopra al 15% del peso del ragazzo, se è così il problema si risolve in modo molto democratico non portando a scuola nessun libro così non si fa un torto a nessuno, se invece c’è spazio per qualche libro allora si presenta l’ardua questione che si può risolvere in modo molto semplice: visto che nessuno da indicazioni razionali su quale libro scegliere, visto che noi non possiamo effettivamente sapere qual’è il libro più importante e visto che se fosse per i ragazzini li porterebbero proprio tutti perché si vergognano a lasciarne a casa anche uno solo, si adotta un criterio per “peso” dei vari libri (che poi è il vero problema) premiando i libri più leggeri. Si parte dal più leggero e avanti così fin che ce ne stanno. Ovviamente i libri più pesanti rischieranno di restare sempre a casa ma se non vi sono indicazioni in proposito non si possono fare miracoli.
Tutta questa premessa chilometrica (ma terribilmente concreta e rivoluzionaria) per dire che non possiamo far finta di niente sul fatto che siamo immersi in un sistema che non tutela la salute dei ragazzi (ma nemmeno degli adulti). Smartphone, tablet, computer, libri pesanti da portare a scuola e troppo poco tempo dedicato allo sport stanno minando la salute dei nostri figli che rischiano di incurvarsi sempre più. Ai miei tempi i curvi erano le persone di 70 anni o più. Adesso, come dicevo in apertura, ci sono settantenni che sono più dritti dei quindicenni. Come saranno questi quindicenni, non dico a 70 anni ma anche solo a 40? Poi ci si lamenta se nei posti di lavoro dove si usa il computer tutto il giorno non vengono rispettate le pause per rilassare il tratto cervicale e per prevenire la temutissima e diffusissima artrosi cervicale. E’ una cultura che parte dalla scuola dove del peso eccessivo del trolley non gliene frega niente a nessuno e questa cultura potrà arrivare a minare anche la splendida salute dei settantenni che fra un po’ potranno essere incurvati anche loro non dall’età ma da smartphone, computer e peso del trolley del pargolo che, molto spesso, è trascinato a scuola dal nonno.