L’INCUBO DELLA SEMPLIFICAZIONE (ancora sulla Maratona di Roma)

Se non semplifichi non ti capisce nessuno, è essenziale essere immediati, diretti e facilmente comprensibili. La semplificazione è  fondamentale ed è pure un po’ un incubo per chi vuole affrontare argomenti che non sono estremamente semplici.

Ieri ho commentato in modo troppo complesso un articolo di un giornalista sulla Maratona di Roma che andava semplicemente liquidato dicendo che è la solita critica cretina di chi di sport vero non ci capisce nulla (articolo “Giornalismo  idiota e sport”).

Mi sembrava  troppo semplice commentare così, inoltre non sarei stato certamente il primo ne l’ultimo a commentare in tal senso e poi, per principio, non mi piace essere offensivo e, soprattutto, quando un soggetto viene già offeso da molti altri associarmi  al coro degli aggressori non mi entusiasma.

Qualcuno mi fa notare che quel giornalista ha praticamente offeso i podisti e si meritava una secca replica. Ma io volevo dire un’altra cosa che purtroppo, o per fortuna, non era assolutamente una secca replica.

Non ho scritto che quel giornalista si merita la medaglia per aver scritto in modo molto superficiale di un evento importante qual’è la più affollata Maratona italiana. Ho scritto che la banalità delle argomentazioni riportate sembrava di un’idiozia talmente scontata da risultare sospetta, forse ricercata, ed alla fine idealmente abbastanza pubblicitaria per la Maratona di Roma che certamente ha bisogno di pubblicità.

Che poi quel giornalista abbia scritto in tutta franchezza ciò che ha scritto allora ciò mi prenderebbe un po’ in contropiede e mi spiazzerebbe. Sappia, quel giornalista, che non ho nulla contro di lui, può essere che abbia preso un granchio, che abbia trattato un argomento sul quale probabilmente non è molto preparato, ma in ogni caso il peggior odio è l’indifferenza ed in tal senso lui ha dimostrato di non odiare certamente la Maratona di Roma se è vero che ne ha trattato assolutamente senza indifferenza e ci ha messo la faccia rischiando di provocare reazioni anche poco simpatiche da parte del popolo dei podisti che è un popolo certamente non poco numeroso.

Quello che volevo dire io e, almeno questo, spero di averlo scritto in modo chiaro e facilmente comprensibile, è che la Maratona di Roma ha certamente bisogno di pubblico, ha bisogno di non passare inosservata, ha bisogno di essere riconosciuta facilmente dalla popolazione ed in tal senso ha bisogno anche di una data ben precisa nella quale essere collocata sistematicamente come tutte le più importanti maratone internazionali.

L’organizzazione ha certamente fatto notevoli progressi ma ciò che manca ancora è la partecipazione della cittadinanza alla manifestazione. Non si riesce a semplificare un argomento del genere perché di semplice non ha nulla. In fin dei conti è abbastanza semplice organizzare da un punto di vista logistico anche un grande evento quale la Maratona di Roma, basta avere un comitato permanente che si occupa dell’evento,  basta poter disporre del personale necessario e aver la possibilità di poterlo istruire a dovere, basta avere la copertura finanziaria per poter retribuire questo personale ed il gioco è fatto. Ma la cosa complessa è il fatto successivo ed è ciò che tentavo di spiegare con le mie elucubrazioni contorte.

Roma può essere una delle Maratone più importanti del mondo. Può esserlo perché Roma è una città splendida, può esserlo perché solo in Italia ci sono migliaia e migliaia di podisti che corrono almeno una Maratona all’anno, può esserlo perché in Europa nel raggio di poco più di 1000 chilometri da Roma si trovano decine di migliaia di podisti che potenzialmente possono diventare frequentatori della Maratona di Roma. Roma può essere l’alternativa del vecchio continente alla famosissima Maratona di New York. La cosa complessa non è reclutare i 40.000 maratoneti che sono il tetto massimo di un contenitore quale una Maratona di una metropoli, la cosa complessa è entusiasmare i romani su questo progetto, far capire che i veri protagonisti di questo evento sono loro e la gente non ha certamente bisogno di correre la Maratona per vedere i monumenti ma può aver proprio bisogno della Maratona per sentire il calore della città.

Forse è un idea bislacca troppo complessa e allora ha proprio ragione quel giornalista che fra le altre cose diceva che Roma non ha una metropolitana talmente efficiente da potersi permettere il lusso di ospitare una Maratona importante.

Probabilmente ha proprio ragione. Il successo della Maratona di New York dipende essenzialmente dall’efficienza della metropolitana di New York. Così come il successo della Montefortiana (altra corsa podistica organizzata splendidamente,  promossa pienamente dalla popolazione e che ospita ogni anno quasi 20.000 podisti) dipende certamente dalla famosa ed efficiente metropolitana di Monteforte d’Alpone.