I primi tempi mi arrabbiavo. Ritenevo che la parola “Personal Trainer” richiamasse ad un concetto di allenamento individualizzato. Allenamento per un qualche sport, per qualche accidenti verso il quale addestrarsi, per migliorare il rendimento, le capacità indirizzando la preparazione in modo specifico, individualizzato per andare a bersaglio sprecando meno energie possibile.
Ma non avevo presente qual’era lo sport nazionale e usando il nome “Personal trainer gratuito” ho capito poi qual’era il vero sport nazionale. Pensate al calcio? No, magari, il calcio è uno sport fantastico anche se ad alto livello presenta delle criticità (ma tutti gli sport ad alto livello presentano delle criticità perché sono assassinati dalla televisione). Lo sport numero uno in Italia è il dimagrimento. Ma come il dimagrimento? Il dimagrimento non è uno sport… Eppure la maggior parte delle persone fa attività fisica non per giocare meglio a calcio, a pallavolo, a basket, per lanciare più in là il peso, per saltare di più in alto o per correre più veloce o, tanto meglio, semplicemente per stare bene ma solo ed esclusivamente per dimagrire. Alla gente non gliene frega niente di migliorare nello sport o di stare bene senza guardare ad altra cose, la gente vuole dimagrire a tutti i costi e ciò che è patologico, più specificamente direi “psicopatologico” è che sono disposti pure a soffrire ed a stare pure un po’ male per dimagrire.
Così mi sono trovato ad affrontare una marea di domande fatte con lo stampino che, se devo guardare al mezzo bicchiere pieno, devo dire che sono state quelle che hanno fatto sopravvivere il mio sito perché se fosse stato per le altre purtroppo sarebbe già morto (agognate, evase sempre con grande entusiasmo avendo cura di non deludere mai il lettore ma… inesorabilmente troppo poche).
La domanda tipo, tragica ed al tempo stesso importante perché la realtà con la quale fare i conti, è: – Sono sovrappeso, devo dimagrire, che attività fisica “devo” fare? – E dietro a quel “devo” virgolettato c’è tutta la tragedia della cultura nazionale dell’attività fisica. L’attività fisica non viene vista come una cosa splendida, un diritto di ogni cittadino, una cosa talmente bella che ci si può pure dimenticare di mangiare per farla se sei in ritardo (così come una grande Donatella Rettore si dimenticava di mangiare in un brano musicale da tanto che era innamorata…) ma come una rottura di scatole inevitabile se vuoi tentare di stare in linea perché con tutte le porcherie che mangi se non aumenti almeno un po’ le uscite, il fabbisogno energetico, è chiaro che ingrassi a dismisura.
Io dico sempre che l’attività fisica che si “può” fare (e dietro a questo “può” ci sta tutta la mia filosofia che è ben diversa da quella del “devo”) è quella che piace di più perché è necessario riacquistare entusiasmo per l’attività fisica. Se l’attività fisica è più “gustosa” che mangiare allora si potrà vincere la battaglia contro il cibo superfluo altrimenti la battaglia contro le multinazionali del cibo spazzatura (perché poi per farlo più gustoso lo fanno pure “porcheria”) sarà sempre persa. E’ anche dal punto di vista pubblicitario che stiamo perdendo questa battaglia perché l’immagine televisiva (è ancora dalla televisione che passa la pubblicità) dell’attività fisica è di quell’accidenti noioso che si fa nelle palestre private per dimagrire. Ed io continuo a predicare che l’attività fisica non è quell’accidenti noioso che si fa nelle palestre per dimagrire perché è quella cosa che si fa essenzialmente fuori dalle palestre (salvo gli sport da palestra, ma la maggior parte sono fuori) decisamente entusiasmante e che fa bene soprattutto alla salute prima ancora che far dimagrire. In palestra ci va chi fa anche sport all’aperto quando c’è qualche problemino muscolare, qualche squilibrio, qualche noia che deve essere sistemata in palestra, ma poi appena possibile si va sul campo da gara che nel caso di sport tipo Basket e pallavolo resta sempre una palestra ma comunque libera da attrezzi infernali e nel caso degli sport all’aperto è uno splendido campo sportivo dove respirare a pieni polmoni (anche se c’è smog tanto ce ne sarà sempre meno che al chiuso come ben documentato da precisi studi in proposito).
Alla fine il consiglio più battuto che mi trovo a dare è quello di camminare all’aria aperta perché mi trovo ad aver a che fare con gente che non vuole fare nessuno sport (ma dov’è finita la passione per lo sport? Possibile che la gente guardi per televisione quello finto e non abbia voglia di praticare quello vero?!) che è appena passata dalla palestra per “dimagrire” ma della palestra giustamente non ne vuole più sapere perché faceva una fatica assassina, si annoiava e dopo aver tirato giù tre chili ne ha rimessi su cinque e dunque la cosa più spontanea che mi viene da consigliare è proprio quella di camminare. E lì mi scontro con il demonio. Ed il demonio è il fatto che nella nostra vita non c’è tempo e spazio per camminare. Per cui io ho a che fare con gli indemoniati. E’ gente che non riesce a camminare, non ci riesce, non è colpa loro, non sanno dove camminare e non ne hanno nemmeno il tempo, in televisione vedono la pubblicità di un sacco di cose gustose da mangiare (gustose non… buone) mangiano all’inverosimile, ingrassano e poi da qualche parte sentono che per dimagrire bisogna andare in palestra. Invece per dimagrire bisogna camminare e guardare meno la televisione, nonché, per necessità di cose, usare meno l’auto perché se non usi meno l’auto non trovi il tempo per camminare.
Alla fine per conto mio il demonio è il sistema di informazione. Abbiamo un sistema di informazione che punto sul fatto che la goduria suprema è mangiare, l’attività fisica è solo quella cosa che serve per porre rimedio ai danni della goduria suprema che è mangiare. Bisogna capovolgere il concetto, la goduria, se non suprema almeno ben superiore a quella del mangiare, deve essere quella di trovare il tempo per fare una sana ed entusiasmante attività fisica (anche camminare appunto se lo sport è proprio entrato in odio) e poi mangiare diventa quello strumento necessario per continuare a fare un’attività fisica spassosa. Il fine è lo sport non il cibo. Ma forse questo è il paradiso ed io sono semplicemente un visionario che da troppa importanza all’attività fisica.