LA DIVERSIFICAZIONE DELLA CORSA

Quando trattiamo di corsa, ai giorni nostri, trattiamo molto spesso di corsa lenta, che è quella che praticano svariati milioni di podisti “amatori” in giro per il mondo, soggetti di età compresa per lo più fra i 20 e gli 80 anni circa e dunque una fascia di età piuttosto larga ma non “completa”.

Dimentichiamo, in tali frangenti, che la corsa, fino a poco più di 50 anni fa era intesa come corsa di velocità e si vedeva sempre per le strade ma non era quella intesa da soggetti ultraventenni bensì da milioni e milioni di bambini che giocavano per la strada, di età compresa più o meno fra i 6 ed i 13 anni circa, che usavano la corsa nei loro giochi soprattutto in modalità di corsa “veloce”.

Questi bambini sono più o meno spariti tutti dalle strade e usano sempre meno la corsa veloce nei loro giochi.

Una piccola parentesi per proseguire nell’articolo. Pochi giorni fa, ad Arezzo, ho visto un signore un po’ attempato, diciamo pure che aveva 70 anni, “giocare” a correre i 100 metri in 13″1. Ho capito subito che si trattava di un bel giochino ed infatti lo speaker della manifestazione (i Campionati Italiani Master) ha detto che si trattava della miglior prestazione italiana sui 100 metri da parte di un settantenne. Da qualche parte nel mondo c’è già chi ha corso la stessa distanza a più di 70 anni in meno di 13″.

Adesso io contatterei questo signore “giocoso” per fargli fare il giro di un bel po’ di scuole italiane, chiedendogli, senza fare tante conferenze, laddove trova una pista nelle vicinanze della scuola (e purtroppo questo è un primo serio problema perché non è facile trovare la pista vicina alla scuola…) di dimostrare come si corre un 100 metri in 15″. Ho scritto in 15″ non in 13″. Perché purtroppo per la scuola italiana questa dimostrazione funziona già splendidamente a 15″ non c’è bisogno di spingerla a livelli più elevati. Il signor Barisciano (così si chiama questo settantenne molto veloce) si sentirà forse un po’ sottoutilizzato a correre solo in 15″, ma la lezione funziona proprio così: lui deve far capire che a 15″ sui 100 ci corre proprio con una naturalezza da far paura, anche se ha settant’anni, il fatto che poi possa correre anche in 13″1, i ragazzi, che sono intelligenti, lo capiscono da soli.

Allora questo per dire che è bello che siano apparsi sulle strade italiane tanti amatori che corrono a mo’ di corsa lenta a 10 chilometri all’ora ed è certamente un fatto di cultura sportiva, però è una vera e propria tragedia che siano spariti dalle strade i bambini che correvano a mo’ di corsa veloce ed il fatto che la Comunità Europea ci multi perché non abbiamo zone 30 e soprattutto non sappiamo usarle non è che il simbolo di questa tragedia ma certamente non la conseguenza più dannosa. Il vero miracolo del signor Barisciano dovrebbe consistere proprio nel far capire a questi ragazzini che armeggiano con la tecnologia come veri e propri adulti che correre un 100 metri da ragazzini in 15″ è una vera e propria fesseria, tanto è vero che lo fa con facilità anche un settantenne.

Chiusa questa insidiosissima ma importante parentesi ho già spiegato perché quando trattiamo di diversificazione della corsa, al giorno d’oggi intendiamo soprattutto tre andature di corsa che fanno comunque parte del regno della corsa lenta. E così, in questo ambito, consideriamo la corsa a ritmo lento, la corsa a ritmo “medio” e la corsa a mo’ di corto veloce (un po’ in disuso a dire il vero come già accennato in un altro mio articolo su questo argomento). Ma queste “partizioni” riguardano comunque un unico capitolo del fenomeno corsa che è quello che considera le corse lunghe appunto, corse che vengono effettuate per lo più su strada. E così, per esempio, per un amatore che corre solitamente a 10 chilometri all’ora, quelle andature potranno oscillare fra i 10 km/h della corsa lenta che è la corsa base di chi non pensa proprio a nulla e magari corre pure con le cuffiette (non fatelo se siete in mezzo al traffico e fatelo poco se volete sentire davvero la corsa…), gli 11 chilometri all’ora del “medio” e i 12-13 chilometri all’ora del “corto veloce” dove, se vi trovate per strada, dovete pure stare attenti a quello che fate perché qualche automobilista può riuscire a non prevedere i vostri “folli” 13 km/h, farvi rischiare la vita e gridarvi pure dietro “Affanatico!” perché il fanatico non è lui che vuole insistere a fare i 50 km/h nel centro abitato anche nel terzo millennio ma voi che provate temerariamente a fare i 13 km/h a piedi.

Una partizione più razionale della corsa si divide sì ancora in tre gruppi ma questi tre gruppi non sono quelli sopracitati rientranti nella corsa di lunga durata bensì questi altri tre:

1°) La corsa di velocità che in atletica è compresa fra le distanze dei 100 e dei 400 metri (a livello indoor, per esigenze di spazio, sono previsti pure i brevissimi 60 metri) ed è assimilabile a quella che vedevamo più o meno cinquant’anni fa su tutte le strade di periferia normalmente adottata dai bambini nei loro sani giochi.

2°) La corsa di mezzofondo che si traduce in atletica sulle distanze comprese fra gli 800 ed i 5.000 metri e per vederla dovete andare proprio su una pista di atletica.

3°) La corsa sulle lunghe distanze, in pista sono i 10.000 metri, su strada è la Maratona (42.195 metri)  e la “mezza” Maratona (21.097 metri) che senza ammazzarti ti da comunque l’ebrezza della corsa lunga. A livello amatoriale queste distanze si possono tranquillamente preparare sulle nostre strade tanto è vero che quando vedi qualche soggetto un po’ attempato che corre per strada non sai mai se lo fa per buttare giù la panza, per preparare qualche competizione amatoriale o per chissà che cosa.

Quello che non sanno la maggior parte degli amatori è che anche la corsa veloce e la corsa di mezzofondo, praticate con le dovute precauzioni, fanno bene alla salute anche a chi non è più giovanissimo e poi, altra cosa importante, non si rendono conto che imparare a conoscere tutti e tre i tipi di corsa fa molto bene all’apprendimento della corsa e pertanto aiuta anche ad affrontare i vari problemi derivanti dalla pratica di ognuno di questi tipi di corsa.

Così mentre le esercitazioni massimali sulla corsa e tutta la preatletica che fa bene alla corsa possono essere imparate avvicinandosi un pochino al mondo della velocità, i ritmi di gara possono essere studiati accostandosi soprattutto alle problematiche del mezzofondo (dove, per capirci qualcosa è necessario aver la possibilità di frequentare una pista, come per la velocità) e la corsa su lunghe distanze resta praticabile su strada e nei parchi avendo cura di cominciare a pensare anche alle varie distanze perché è bello correre senza pensarci su, ma riuscendo a capire qualcosa di quello che fate è ancora più bello.