E’ da anni che predico che occorrerebbe una figura istituzionale di insegnante di educazione fisica che si occupa di organizzare l’attività motoria di prevenzione degli adulti o almeno di controllare che sul territorio, quanto di già esistente, funzioni a dovere. Per esempio, stando terra terra, l’utilizzazione degli impianti sportivi comunali in uso alle scuole è regolata da decisioni dei dirigenti scolastici che non hanno assolutamente tempo per queste cose e sarebbero ben contenti di poter essere scavalcati in questo compito da un coordinatore che abbia ben presente le esigenze di utilizzazione dell’impianto sportivo per tutta la cittadinanza e non solo per la scuola. E’ vero che la struttura è data in uso alla scuola ma è anche vero che non viene utilizzata esclusivamente da questa e se tale utilizzazione non è coordinata dall’esterno da uno che vede l’intera problematica nel suo complesso rischia di essere disciplinata in modo poco razionale con lungaggini di tipo burocratico che ne impediscono un’utilizzazione ottimale (una per tutte l’assurdità di dover attendere la formulazione del calendario scolastico per far partire alcune attività che con la scuola non hanno nulla a che fare).
Questo coordinatore non esiste, non so se avrò mai l’onore di vederlo all’opera in vita mia (temo di dover campare forse un po’ troppo ancora per vedere il concretizzarsi di questa fantasia) e però so, per mia illuminazione (a volte sono un mistico…) come si potrebbe chiamare: si potrebbe chiamare “Fantomas”.
In realtà dovrebbe chiamarsi molto più semplicemente “Coordinatore per l’attività motoria degli adulti” intendendo per questi coloro che hanno finito la scuola e pertanto non hanno più nulla a che fare con la figura dell’insegnante di educazione fisica scolastico e non hanno proprio nessuna persona di riferimento per la loro stramaledetta attività motoria quotidiana. Io ho sempre scritto che questa “fantomatica” figura dovrebbe essere di supporto ai medici di base che più che dire che un certo paziente ha bisogno di fare attività motoria non possono fare perchè il medico di base non può certamente star lì a ipotizzare “qual’è” precisamente l’attività motoria che il cittadino può svolgere, non ne ha certamente il tempo e, per certi versi, nemmeno le competenze.
Dovrebbe chiamarsi “Fantomas” perchè è una figura “fantomatica” che nessuno sa dove andare a pigliare ma anche perché in un sistema fortemente regolato (o “non regolato” a seconda dei punti di vista) dalle leggi di mercato questo personaggio, se si mettesse all’opera, alla fine risulterebbe un mezzo criminale come il personaggio francese del mitico “Fantomas” letterario che era un vero e proprio criminale inafferrabile. Questo forse sarebbe un po’ meno inafferrabile (non so se riuscirebbe a dotarlo di una “Citroen DS 21” che vola come il Fantomas cinematografico) ma non meno criminale perché rischierebbe di sconvolgere l’assetto dell’attività motoria per gli adulti che attualmente è saldamente in mano agli imprenditori.
Questo è lo splendore dell’attività motoria del ventunesimo secolo: non è strutturata, organizzata e pianificata razionalmente da professionisti del settore ma è commissionata, spinta, pubblicizzata e talvolta pure “inventata” da imprenditori che l’unica cosa che hanno a che spartire con l’attività fisica è che hanno deciso di investirci su dei capitali.
E così abbiamo le sale pesi e le sale attrezzate con macchinari da palestra che si perdono a vista d’occhio ma non abbiamo una rete efficiente di piste ciclabili. Abbiamo palestre pubbliche fortunatamente sgombre da macchinari infernali (ci deve lavorare anche la scuola e non possono essere occupate dagli attrezzi degli imprenditori…) dove però latita un po’ il personale di palestra specializzato per l’attività fisica degli adulti perché non è organizzato a dovere e, visto che l’insegnante deve farsi lui l’orario, è perso in mille altre attività che lo distraggono un po’ dal suo compito principale.
Abbiamo bei percorsi della salute dove però il comune cittadino che va a frequentarli come assistente per la sua importante attività fisica trova al massimo un omino stilizzato e sbiadito che su una tabella, talvolta scarabocchiata, dimostra un esercizio e sotto c’è pure scritto quante volte quell’omino vi propone di farlo (quel “quante volte” non si sa per chi…).
Un Fantomas dell’attività motoria provocherebbe uno sconquasso perché rileverebbe subito che in tutto ciò c’è un’assoluta mancanza di programmazione e pianificazione e se questa è la prevenzione per la salute tramite l’attività motoria è proprio opportuno che ci fermiamo alle indagini di laboratorio di competenza dei medici perché è impensabile chiamare “attività di prevenzione” tutto ciò.
Questo Fantomas poi avrebbe bisogno di qualcosa di più rapido e moderno per sfuggire alle ire degli imprenditori che non la romantica “Citroen DS 21” (ancorché volante…) di oltre mezzo secolo fa, perché per gli imprenditori un’attività fisica organizzata secondo criteri di effettiva utilità sociale e non secondo leggi di mercato sarebbe un vero e proprio disastro economico.
A livello di mercato la questione è talmente rilevante che ci si pone addirittura il quesito se questa terribile falla organizzativa sia solo una questione di mancata attenzione da parte della categoria degli insegnanti di educazione fisica su quelle che sono le reali esigenze dei cittadini o se non sia piuttosto il tristissimo adeguamento a quelle che sono le esigenze di un sistema che a livello economico è invece pianificato secondo direttive abbastanza chiare e che non sono certamente quelle che vanno verso l’attività motoria assistita per tutti.
Bisogna avere solo un po’ di pazienza per scoprire questa cosa. Diciamo che se è solo un vuoto organizzativo del tutto casuale legato alla mancanza di lungimiranza da parte della categoria degli insegnanti di educazione fisica allora forse nel giro di una decina di anni potremo vedere percorsi della salute che oltre che il poliziotto che gira per l’ordine pubblico hanno anche un pirla tipo il sottoscritto che gira per dare consigli per l’attività motoria agli avventori del parco. Poi, quando si tratta di gestire un importante palestra in uso ad una scuola, ci sarà un altro pirla che non è un dirigente scolastico che si occupa di coordinare tutti gli orari delle varie attività del territorio, scolastiche e no e poi, dulcis in fundo, che quando un medico di base rileva i danni di una pericolosa sedentarietà non avrà più bisogno di prescrivere il “nuoto per tutti” (pure per chi non sa stare a galla) ma potrà indirizzare il malcapitato da un altro pirla che, essendo un professionista del settore, potrà pure studiare, con cognizione di causa, cosa può fare ‘sto stramaledetto sedentario per cambiare le sue abitudini motorie devastanti.
Queste cose da Fantomas si potranno forse vedere solo fra cinquant’anni o oltre se in realtà tutto ciò che avviene adesso non è assolutamente casuale ma è programmato ad alti livelli da chi muove i grossi flussi finanziari del business dell’attività motoria. Pensare a questa seconda ipotesi direi che è ancora più fantomatico che pensare alla prima ipotesi. Ma qui mi sa che è proprio una lotta fra Fantomas e mi sa pure che chi gestisce il privato ha qualcosa in più della mitica “Citroen DS 21” con le ali.