Ci lamentiamo perché gli italiani tendono ad essere in sovrappeso ed il numero delle persone in questo “presunto” sovrappeso (a volte è un sovrappeso “finto”, molte altre volte purtroppo è vero, conclamato ed inequivocabile…) è decisamente elevato ma vi siete mai chiesti l’importanza che la televisione pubblica (che dovrebbe essere un servizio di stato e, come tale, ce la fanno pure pagare) da alle trasmissioni sulla cucina paragonata a quella che da alle trasmissioni sul movimento? Diciamo pure che le trasmissioni sul movimento proprio non esistono. Esistono ore ed ore di pubblicità dello sport professionistico ma trasmissioni dedicate proprio al movimento non ne esistono, semmai in qualche telegiornale, approfittando del fatto che la sedentarietà è un’emergenza sociale, ogni tanto passa qualche servizio di due minuti nel quale riescono a sparare un concentrato di fesserie che farcele stare in due minuti è un vero e proprio miracolo.
Con riferimento alla cucina, invece, esistono trasmissioni talmente lunghe che per star lì a vederle completamente occorre veramente il buon tempo. Vi confesso che questa mia critica potrebbe anche non essere abbastanza circostanziata perché non ce l’ho mai fatta a seguirne una completamente, sono troppo lunghe. Forse dopo l’elaborazione della pietanza (che porta via tempi che non so chi abbia la disponibilità di impiegare) ti insegnano pure a come porre rimedio con il movimento ai danni che può averti provocato l’assunzione di quella pietanza ma allora basterebbe evitare il danno senza usare il movimento come “rimedio”.
Non sono dietologo ma sulla cucina mi sbilancio in una frase che probabilmente attirerà le ire della maggior parte dei cuochi: siate diffidenti sulle pietanze che hanno richiesto tempi di elaborazione troppo lunghi. Alimentatevi in modo sano con cibi sani semplici, non troppo elaborati e, ovviamente assunti in quantità ragionevoli.
La cucina da ristorante può anche essere la delizia del palato ma non è la cucina di tutti i giorni, non può e non deve essere la cucina di tutti i giorni perché è caratterizzata da tempi e costi che non possono essere della quotidianità ed anche perché per essere particolarmente saporita ed accattivante non può avere quelle caratteristiche di semplicità che devono supportare un alimentazione sana.
Se nasco un’altra volta apro un noleggio bici. Con le capacità commerciali che ho rischio di farlo fallire subito ma se mi appoggio a qualcuno che se ne intende il business è garantito. Guardate nei nostri splendidi borghi e nelle nostre splendide città quanti ristoranti ci sono e quanti punti di noleggio bici. Qualcuno obietta “Ma quando ci saranno le piste ciclabili ognuno andrà via con la sua bici e non ci sarà più nessuna necessità di noleggiare la bici in questi bei posti”. Ecco allora per altri 50 anni minimo il business è assicurato perché questi sono i tempi per la realizzazione di una rete di piste ciclabili che adesso esiste solo a spot sporadici. Come sono piazzate le piste ciclabili in Italia attualmente pare proprio che uno sulla pista ci arrivi in elicottero. Sono messe qua e là in posti decisamente belli solo che per arrivare in quei posti bisogna attraversarne altri che forse sono un po’ meno belli. Allora il secondo business è quello del porta bici sull’auto? No, a quel punto la gente si stressa e non ci prova nemmeno, non puoi farmi andare in giro con quattro bici sull’auto.
Al momento il vero business è proprio noleggio di bici in posti turistici, meglio se dotati di pista ciclabile, meglio se questa pista ciclabile è assolutamente isolata da quella di qualche altra località ma non farete fatica a trovare questo splendido isolamento. Se dove aprite il negozio collegano quella pista ad un’ altra dove esiste un noleggio migliore del vostro o protestate per la costruzione della pista (cosa semplicissima) oppure tentate di fare una convenzione con il noleggio che funziona sull’altro lato della pista: cosa molto difficile che vi verrà certamente ostacolata perché create un pericolosissimo precedente di favoreggiamento dell’uso della bici presso la popolazione.
Tento di fare dello scarso umorismo su una cosa seria. E’ un fatto culturale a bloccarci su abitudini da cucina più che a spostarci su abitudini da movimento. Anche quando andiamo ad ingolfare l’informazione con stratosferici polpettoni sulle diete non facciamo altro che rinforzare una cultura che ha molta più attenzione per la cucina che per il movimento. Prima di pensare alle diete pensate a quanto poco tempo vi muovete, pensate a dedicare un po’ meno tempo alla cucina ed un po’ di più al movimento altrimenti il tema delle diete sarà quello che vi terrà ancora incollati alla cucina in modo patologico.
Non si pensa mai abbastanza al fatto che la dieta deva essere rapportata alla quantità di movimento che si fa. Se uno si muove normalmente può mangiare normalmente, se uno non si muove, teoricamente non dovrebbe mangiare. E’ molto più facile riequilibrare il movimento che non ridurre l’alimentazione in modo drastico per renderla adeguata al fabbisogno di uno che non si muove. E’ chiaro che se le trasmissioni che riguardano il movimento non esistono, che se quando si tratta il movimento questo viene trattato in modo superficiale e deviante è più facile cercare la soluzione in cucina dove siamo tutti professori e abbiamo la presunzione di mangiare bene come al ristorante, con manicaretti super elaborati e poi di non mettere su il chilo di troppo anche se continuiamo ad esercitare una splendida sedentarietà che dovrebbe essere vietata per legge.
Il problema non è mangiare meno o in modo “dietetico”, il vero problema è cominciare a dare meno attenzione alla cucina elaborata e pensare che lo stile “ristorante” è l’eccezione e non la norma. Se uno risparmia tempo in cucina forse dopo trova anche il tempo per muoversi. Non è necessario mangiare in modo schifoso per risparmiare tempo in cucina. Basta mangiare in modo semplice. Vedere al primo istante cosa c’è nel piatto senza dover stare lì a fare le elucubrazioni per capire come e con che ingredienti è stata elaborata la pietanza non è peccato mortale. Si può mangiare bene anche con una cucina semplice e molto spesso è più salutare di quella molto elaborata.
E’ un discorso di filosofia e di passioni. Se la passione è sviscerata per la cucina è difficile trasferirla ma attenzione che con le diete non farete altro che peggiorare questa situazione. A volte la soluzione in cucina non si trova perché proprio in cucina non esiste ma è fuori da essa. Per questo io suggerisco spesso di cominciare dall’attività motoria, perché è questa che ha la capacità di dare nuovi stimoli e spostare il punto di vista dalla tavola al percorso della salute. Se parlerete un’ora del percorso della salute e due minuti di cucina sarete già a buon punto ma se non sapete nemmeno dov’è il percorso della salute e continuate a parlare della vostra nuova dieta non siete a buon punto perché non siete riusciti a spostare il punto di osservazione.
In alcuni casi di obesità patologica si consiglia di partire prima dalla dieta proprio perché c’è una situazione di sovrappeso pericolosa anche per lo svolgimento di una normale attività fisica. Con la dovuta prudenza io sono a raccontarvi che questi casi per fortuna sono meno di quelli che si teme. Soprattutto quando l’ingrassamento è lento e non improvviso (i casi più pericolosi sono quelli di uno che ha ripreso peso velocemente dopo una dieta sbagliata: le diete sbagliate sono pericolosissime) il fisico si adatta un po’ a sopportare questi sovraccarichi e pertanto non è che ogni movimento sia precluso. Certamente occorre una gran prudenza ma non è necessario evitare il movimento fin tanto che il peso non ha iniziato a scendere, si parte di pari passo anche perché, e questo è bene sottolinearlo, la parte che riguarda il movimento è proprio quella più gustosa del nuovo stile di vita. Non è la privazione del cibo ad entusiasmare (nessuna privazione è mai entusiasmante) bensì la scoperta che il movimento è possibile, divertente e salutare anche per chi è in sovrappeso. Poi, quando il sovrappeso sarà ridotto, la goduria aumenterà perché tutto diventa più facile ma non è necessario rimandare l’adozione del movimento solo a tappe successive del processo di regolarizzazione del peso. Un po’ di movimento non si nega a nessuno, nemmeno a chi è sottopeso e deve stare attento a non muoversi troppo per riprendere peso.
Ecco, la “centralità” del movimento deve essere pubblicizzata in modo più efficace. Io non ci riesco perché non ho adeguate nozioni di Marketing, ma se così fosse non sarei qui a scrivervi perché sarei troppo occupato a lavorare nel mio noleggio bici splendidamente ubicato in un posto dove con la tua bici… proprio non ci arrivi.