Non ho visto per televisione la finale dei 100 metri dei Campionati Mondiali di Londra. Per fortuna perché mi sarei arrabbiato. Non per la sconfitta di Bolt. Bolt che perde mi è pure simpatico. Da vincente cronico mi ha un po’ annoiato e mi spiace che voglia mollare l’atletica proprio ora che cominciava ad essere divertente vedere le sue gare. Prima il dubbio era se avrebbe vinto con fatica o facilmente. Adesso che esiste davvero competizione non vuole farci divertire, peccato. No il problema non è quello. E non è nemmeno il fatto che abbia vinto Gatlin che è un atleta che ha avuto dei problemi con l’antidoping. Se il problema l’ha avuto con l’antidoping evidentemente qualche problema deve averlo avuto anche con il doping. Ma è l’antidoping che stava devastando la vita di Gatlin perché penso che quanto a doping, a parte qualche grave disattenzione, non si sia comportato in modo molto anomalo rispetto alla media degli atleti di alto livello. Il mio problema è con i fischi a Gatlin e con il fatto che quando sostengo che Gatlin probabilmente non ha fatto nulla di diverso da quanto fanno più o meno tutti i velocisti di alto livello i telespettatori dell’atletica mi sbottano stupiti: “Ma scherzi?!? E’ stato beccato positivo all’antidoping!”
Ciò che non capisce il “telespettatore” medio è che quando uno viene pigliato positivo all’antidoping vuol dire che come minimo non ha investito molti soldi sul doping. Poi, a mio parere, vuol anche dire che questo atleta non ha nessuna copertura politica ma questo non si può scrivere perché è come scrivere che nello sport di alto livello c’è anche tanta politica e, anche se lo sappiamo tutti, non si può scrivere.
Ora che queste cose non le capisca il telespettatore che piomba casualmente sul canale che trasmette i mondiali di atletica pazienza, ma che anche quello che va allo stadio a vedere dal vivo le gare e dunque, se non altro per il fatto che ha cacciato i soldi per il biglietto, un po’ di passione per l’atletica ce l’ha, non capisca proprio nulla delle tematiche del doping e soprattutto dell’antidoping mi lascia sbalordito.
Non so nemmeno se dire infastidito perché penso che questi siano semplicemente ignoranti. Non sanno che se un atleta si tratta farmacologicamente in modo evoluto (e dunque molto costoso) non potrà mai essere preso positivo all’antidoping e ti può pure querelare se osi insinuare che è dopato perché i trattamenti che fa lui non si possono nemmeno definire pratiche dopanti (magia della burocrazia).
Dunque questi fischiano Gatlin che se n’è strafregato dei trattamenti farmacologici evoluti ed è cascato nella rete dell’antidoping come un pellegrino. Secondo gli spettatori “fischioni” quella sarebbe già una colpa sufficiente per non calcare più le piste di atletica.
Se la gente fischia Gatlin vuol dire che attorno a queste cose c’è una ignoranza patologica e forse sarebbe il caso di smetterla di finanziare un antidoping che costa un sacco di soldi, crea solo malintesi, non frena assolutamente l’eccesso di medicalizzazione dello sport e rischia di produrre finti mostri. Per me il mostro non è l’antidoping ma quel muro di omertà che copre tutti i processi per doping e dove sistematicamente le pene inferiori vengono inflitte a quell’atleta che ammette solo colpe sue esclusive e non di un intero sistema che non vuole affrontare l’argomento con chiarezza. Fa comodo lo spettatore ignorante, quello che fischia Gatlin. Ma a me quello che fischia Gatlin pare quasi più un telespettatore che non uno spettatore vero, da tanto che è ignorante.
Una volta un telecronista commentava con un atleta al suo fianco il fisico di un’atleta che sembrava un ‘atleta non dopata in quanto aveva masse muscolari abbastanza normali. Commentava dicendo “E questa si vede anche dal fisico che non è dopata…” e l’atleta aiuto cronista: “No guarda che questa è certificata…” Vuol dire che per un certo tipo di patologie che ha avuto può prendere un certo numero di farmaci senza avere nessuna squalifica per doping. Dunque non andiamo a pensare che un atleta non usi farmaci per il solo fatto che ha un fisico normale. Non è certamente da quello che si può comprendere il livello di medicalizzazione che accompagna lo stato di forma di un certo atleta.
Gatlin si prende i fischi. Quando io tento si spiegare che lo sport di alto livello è una cosa complicata e che come minimo deve mutare l’atteggiamento idiota di certi giornalisti di fronte ai casi di doping vengo preso per un marziano, è meglio che segua le gare senza fare commenti e che continui a predicare che comunque lo sport più importante è quello che tutti i ragazzi devono fare per stare sani. Meglio se certificati pure quelli con un certificato che più o meno dovrebbe fare così: “Questo ragazzo ha bisogno di fare sport perché lo sport fa bene alla salute”. A prescindere dai fischi a Gatlin che fanno molto caos sull’argomento.