L’attività fisica da assuefazione. E’ questa la buona o brutta notizia a seconda dei gusti. Può essere brutta perchè tutte le cose che danno assuefazione ci creano una sorta di dipendenza e ci vincolano in qualche modo limitando un po’ la nostra libertà. Ma quando l’assuefazione è ad un qualcosa che fa bene allora forse la notizia non è del tutto brutta. O meglio, è brutta per chi guadagna sui vizi della gente. L’attività fisica fa in grande stile ciò che fa la sigaretta elettronica con riferimento alla sigaretta tradizionale: tende a sostituirla. Poi se questa cosa fa paura alle multinazionali del tabacco basta dire che anche la sigaretta elettronica fa male così evitiamo di salvare un bel po’ di persone dal cancro al polmone. Perché è vero che la sigaretta elettronica fa male ma la sigaretta tradizionale fa venire il cancro al polmone, e allora dire che la sigaretta elettronica fa male senza dire che fa comunque molto meno male di quell’altra è dire una mezza verità o meglio è dire una grossa menzogna che può uccidere molte persone.
Scavalchiamo il dibattito sigaretta elettronica – sigaretta tradizionale anche se avete capito che sono decisamente a favore della prima come ottimo strumento per sbarazzarsi della seconda (ed il grande Umberto Veronesi diceva la stessa cosa e probabilmente di quelle cose lì se ne intendeva molto più del sottoscritto…), spostiamo l’attenzione sulla “lotta” fra attività fisica e fumo.
Fra attività fisica e fumo c’è una vera e propria lotta perché è vero che l’attività fisica da assuefazione (come e forse anche di più del fumo) ma è anche vero che l’attività fisica non sopporta il fumo. La cosa è reciproca perché anche il fumo porta a muoversi di meno, e allora c’è da augurarsi che fra le due forti assuefazioni vinca quella molto forte dell’attività fisica su quella altrettanto forte del fumo. Certo questa battaglia può sembrare una lotta impari se uno è da trent’anni che fuma ed è solo da tre mesi che ha cominciato a fare attività fisica.
Con riferimento ai fumatori accaniti dunque, che hanno un grosso problema da affrontare, si può anche ammettere che l’attività fisica ideale potrebbe essere anche di più di quella consigliata a ad un comune sedentario che ha deciso di iniziare a muoversi ma non è un fumatore. Questa potrebbe sembrare un strana contraddizione ma bisogna capire la scomoda situazione del fumatore accanito per poterla comprendere. Il fumatore accanito e pure sedentario, a differenza del sedentario “semplice” ha due problemi seri: uno urgente ed uno “quasi urgente” che però, con riferimento al primo, può essere considerato meno urgente.
L’urgenza della risoluzione del problema del fumo è dettata dalle modalità con le quali riescono a smettere di fumare la maggior parte dei fumatori accaniti. Non sono modalità progressive bensì modalità d’urto, di tipo traumatico. Spesso sono dei veri e propri traumi e si dice che difficilmente il vero fumatore smette di fumare se non in presenza di un trauma psicologico di una certa importanza (la paura di contrarre un cancro, la notizia di qualche situazione disperata di salute di qualche conoscente fumatore accanito). In ogni caso, paura o non paura, si è notato che smette più facilmente di fumare chi smette dall’oggi al domani anche se in modo molto traumatico e con notevoli scompensi psicologici e fisici di chi smette progressivamente che in un primo tempo pare soffrire di meno il colpo ma a lungo andare è più portato a ricadere nel vizio. Insomma il sistema “traumatico” anche se poco fisiologico e razionale è più vincente da un punto di vista statistico. Da quel punto di vista ci tocca dire che il problema del vizio del fumo non è un problema che va affrontato con calma, con progressività. Se si vuole avere buone possibilità di successo, va affrontato brutalmente, dall’oggi al domani. Non è come quando si interrompe una cura di cortisone, che si va a scalare piano piano. E’ come quando si rompe con un partner, non è una cosa progressiva. Triste associare il vizio del fumo ad un rapporto con un partner ma da un punto di vista psicologico è un polpettone inimmaginabile.
Con l’attività fisica in condizioni normali sarebbe proprio il contrario: non è che un sedentario si trasformi in atleta in un giorno solo ma è un processo molto graduale e progressivo. Noi tecnici di attività motoria siamo a predicare costantemente questa cosa: se volete apprezzare l’attività fisica ed inserirla con successo nella vostra vita affrontatela gradualmente. Ma allora siamo disposti a fare eccezioni per un fumatore che parte da una condizione fisica generalmente ancora più svantaggiosa? Non è che siamo disposti a fare eccezioni ma siamo consapevoli del fatto che il fumatore ha un problema urgente da risolvere che può anche far modificare l’atteggiamento nei confronti dell’attività fisica. L’ex fumatore ha bisogno di muoversi più di un sedentario comune per almeno due motivi: ha una condizione psicologica di grande stress che lo porta a non aver la pazienza di graduare con calma la giusta attività fisica, poi ha una disponibilità energetica dovuta all’interruzione del vizio del fumo che è nuova rispetto alla situazione precedente con significative variazioni anche del metabolismo. Non a caso molti ex fumatori tendono ad ingrassare per queste variazioni metaboliche ed anche in questo senso una quota superiore di attività fisica ci può venire in soccorso. Si dirà che l’ex-fumatore non è di certo Superman e può incappare in inconvenienti da sovraccarico (anche un semplice ginocchio artrosico per fare un esempio banale) che possono minare la sua attività fisica. E questo è un rischio che siamo costretti a correre perché l’altro rischio incombente è ancora più grave e può far precipitare tutto: l’ex fumatore non prova entusiasmo per l’attività fisica blanda perché non è emotivamente coinvolgente e pertanto torna ad essere un fumatore a tutti gli effetti. Questa è una battaglia che non si vuole perdere, a costo di rischiare qualche dolore da sovraccarico. E se il dolore arriva? La situazione è doppiamente grave perchè c’è il rischio di dover sospendere l’attività fisica per dare tempo al problema di rientrare e, ovviamente, aumenta di molto il rischio di riprendere a fumare.
Insomma contro il fumo l’attività fisica può aiutare ma non fa miracoli, è sempre una grossa battaglia e c’è da augurarsi di essere almeno un po’ fortunati nei momenti iniziali. In fin dei conti non è che il fumatore deva preparare le Olimpiadi per staccare con la testa dal vizio del fumo però se non parte con un forte entusiasmo che può essere stimolato solo da un’attività fisica abbastanza coinvolgente farà molta fatica a sostituire la pessima assuefazione al fumo con la buona assuefazione all’attività fisica.