“Mi interessa molto l’argomento prevenzione come strumento di contenimento della spesa sanitaria. Al di là della necessità di cercare di favorire la salute della popolazione ritengo che se, davvero come documentato da alcune statistiche in proposito, investire sull’attività motoria può portare ad un contenimento della spesa sanitaria che è più cospicuo dell’entità degli investimenti, tale evidenza non si può assolutamente ignorare in tempi di crisi economica dove ormai si stanno tagliando anche i servizi essenziali.
La domanda è: “Ma siamo proprio sicuri che la prevenzione ci può far risparmiare sulla spesa sanitaria? In che modo? Risparmiando sui farmaci? Non è che poi, a livello economico, il danno patito dall’industria farmaceutica potrebbe risultare addirittura più pesante del risparmio ottenuto dal sistema sanitario nazionale? Insomma ho la sensazione che questo studio statistico, tanto per cambiare, sia settoriale e non tenga conto di tutte le forze in campo in tema di salute dei cittadini. Cosa ne pensi?”
La domanda è di una complessità disumana e posso tentare solo una risposta del tutto personale basata più su ipotesi che sulla conoscenza effettiva di situazioni specifiche molto delicate.
In Italia, a mio parere, esiste una cultura dell’eccesso dell’uso di farmaci infiltrata a tutti i livelli. Ritengo che l’eccessivo uso di farmaci sia un problema per alcuni versi indipendente dalla scelta di operare investimenti sull’attività di prevenzione. Diciamo che se i due aspetti sono collegati si può comunque agire anche su uno solo di essi per poter ottenere già dei risultati apprezzabili.
Sono convinto che gli studi statistici che documentano un contenimento dei costi dell’assistenza sanitaria in conseguenza di investimenti sull’attività motoria di prevenzione siano attendibili e pure che questo abbattimento di costi sia più consistente degli investimenti operati. Gli studi dicono che ciò deriva da un grande contenimento dell’uso di certe categorie di farmaci ma anche da notevoli risparmi in altri ambiti dell’assistenza sanitaria.
Una popolazione più sana è negli obiettivi di tutti, anche dell’industria farmaceutica che ha la capacità di orientare la sua produzione in base alle nuove esigenze dei cittadini e non vive certamente sulle disgrazie della popolazione.
Purtroppo, quello che a mio parere non si riesce ad affrontare, è un problema economico molto semplice e molto triste al tempo stesso. I nostri governanti lo sanno benissimo che investire in prevenzione sull’attività motoria per tutti avrebbe un grande ritorno economico nel medio e nel lungo periodo. Ma siamo in crisi economica e mi pare di vedere il buon padre di famiglia che strangolato dai debiti vorrebbe convertire la sua autovettura ad un tipo di alimentazione più economica per risparmiare sui costi del carburante ma non ha disponibili nemmeno i soldi per far installare l’impianto per il cambio di alimentazione.
Non si possono costruire piscine, palestre ed impianti sportivi se non ci sono nemmeno i soldi per far andare avanti gli ospedali. Giustamente, il paziente che non trova il posto letto all’ospedale ha la precedenza sul cittadino sano che non trova spazio in corsia in piscina.
E’ un po’ un cane che si morde la coda e quando, chissà in che modo, potremo garantire alla popolazione un più facile accesso all’attività motoria di prevenzione, certamente avremo operato anche per liberare qualche posto letto negli ospedali.
In mancanza di fondi per gli investimenti l’unica cosa che si può fare attualmente è una grande pubblicità dell’attività motoria di prevenzione come mezzo per migliorare la salute dei cittadini.
Se proprio si vuole criticare l’industria farmaceutica si può osservare che potrebbe partecipare a quest’opera di divulgazione pubblicizzando il marchio sponsorizzando la prevenzione più che insistendo nella diffusione di comici spot televisivi per la pubblicità diretta di alcuni propri prodotti.
E’ un discorso molto complesso che chiama in causa anche aspetti peculiari della gestione dell’attività motoria. Se vogliamo sponsor importanti non possiamo permetterci il lusso di sbagliare con l’attività motoria.
Come esperti del movimento dobbiamo prodigarci a diffondere un tipo di cultura del movimento davvero incentrato sulla salute. Da questo punto di vista dobbiamo anche fare una sana autocritica ed ammettere che a volte viene incentivato ed osannato un tipo di attività sportiva che è addirittura causa di un aumento del consumo di farmaci per la popolazione sportiva.
L’attività motoria fa bene, può aiutarci a risparmiare sulla spesa sanitaria nazionale ma, a mio parere, non è tutto così estremamente semplice.