Ci sarebbero tre buoni motivi per istituzionalizzare la ginnastica per la terza età. Uno vero, uno finto ed uno di natura sindacale che è troppo noioso da trattare perché io possa occuparmene approfonditamente qui sopra. Tento di sbarazzarmi subito in poche parole di quest’ultimo. Se la ginnastica per la terza età ufficialmente non esiste è anche ovvio che non esistano gli insegnanti di ginnastica per la terza età e così io so che dovrò lavorare fin che campo. E’ un po’ una sfida se mi mantengo in salute ce la farò altrimenti potrei “gettarmi” in politica dove durerei al massimo qualche mese perché io in politica romperei le balle proprio a tutti, in primis ai miei elettori che non credano di lavarsene le mani dopo che mi hanno votato (in Italia l’elettore crede di poter chiedere favori al cittadino che ha fatto eleggere, non si rende conto di aver sottoscritto un patto di collaborazione dove la pedina fondamentale è proprio lui, l’elettore, e senza l’onestà del quale non si va da nessuna parte…).
La battaglia sindacale per il riconoscimento della categoria degli insegnanti di attività motoria per la terza età è una battaglia che non può esistere anche perché la maggior parte dei miei colleghi, pur preparatissimi, specializzati e degni di rispetto quando lavorano, sono semplicemente inesistenti nell’affrontare le problematiche burocratiche inerenti questa professione. Spesso sono addirittura in conflitto di interessi perché hanno il sedere su due sedie perché come prima professione insegnano a scuola e, pur con grande competenza professionale, sono insegnanti di attività motoria per la terza età quasi con lo stesso spirito col quale io scrivo qui sopra. Se c’è una questione burocratica da risolvere loro sono ovviamente insegnanti di scuola e non possono contestare assolutamente la scuola con la quale hanno il “vero” contratto professionale. Si arriva a “mollare” il corso di terza età per non dare fastidio a nessuno e questo produce quella girandola di insegnanti che caratterizza la nostra professione e non le permette di decollare. Nessuno come l’allievo in terza età ha bisogno di “stabilità” nell’insegnamento e cerca proprio punti di riferimento stabili nel proprio insegnante. Conoscere bene il proprio allievo in terza età non è un optional, è fondamentale.
Archiviata in fretta la questione “sindacale” sull’esistenza della mia categoria vediamo gli altri due punti. Si tratta di ammettere che almeno la ginnastica per la terza età esiste. Fino ad ora si è considerato che non esiste l’insegnante per la terza età perché non esiste nemmeno la ginnastica per la terza età. Invece abbiamo già visto che l’insegnante per la terza età esiste, quasi sempre è molto competente e specializzato, molte volte lo fa come secondo lavoro perché non è riconosciuto dallo Stato. Che la ginnastica per la terza età esista non ci sono dubbi, lo sanno tutti. Ha circa trent’anni, si e’ diffusa in Italia verso la fine degli anni ’80, coinvolge centinaia di migliaia di persone e, se fosse istituzionalizzata, dovrebbe coinvolgerne, invece, alcuni milioni. Il punto è questo, allo stato attuale delle cose i cittadini in Italia che praticano ginnastica per la terza età sono ancora una minoranza e non potrebbe essere altrimenti per un motivo fondamentale degli altri due, decisamente autentico che è coadiuvato da un altro importante motivo che, pur essendo finto viene tenuto in piedi per non far scoppiare il “bubbone”. Il motivo vero è la mancanza di strutture necessarie per ospitare questa attività. Molto semplicemente non ci sono le palestre, sono quasi tutte palestre scolastiche e sono già impegnate dalla scuola per gran parte dell’orario (da ciò nasce il conflitto cronico con l’istituzione scolastica, ovviamente tutelata legalmente in quanto realmente riconosciuta). Il motivo finto, assurdo, ma necessario a non creare ulteriori problemi è tutta la sequela delle cose di natura assicurativa artificialmente ancorate alla pratica dell’attività motoria per la terza età nel nostro paese. Nel nostro paese bisogna ammettere che c’è un servizio sanitario abbastanza efficiente e che garantisce almeno il soccorso tempestivo a tutti i cittadini senza chiedere loro se si sono fatti del male andando in palestra, lavorando dietro ai fornelli in cucina o rapinando una banca. Qualunque cosa tu stia facendo hai lo stesso diritto di essere medicato tempestivamente al pronto soccorso in base alla gravità ed all’urgenza della tua ferita. Anzi se stavi rapinando una banca ti soccorrono ancora più tempestivamente e ti mettono pure come scorta qualche poliziotto. Da quel punto di vista è quasi più sicuro rapinare le banche che fare la casalinga…
Detto questo la problematica relativa alla sicurezza dovrebbe essere archiviata se non che si scopre che è molto più pericoloso per la salute dell’anziano “non” svolgere attività motoria che svolgerla costantemente. Ed è talmente più pericoloso “non” svolgere attività motoria che, anche in assenza di una qualsiasi attività motoria organizzata per la terza età, si invitano i cittadini ad inventarsi qualcosa per muoversi. Insomma un qualsiasi movimento anche improvvisato e senza la supervisione di nessun insegnante è comunque meno pericoloso dell’inattività.
La questione del profilo assicurativo andrebbe liquidata ammettendo che è certamente più pericoloso il cittadino sedentario di quello che si muove. Ad essa è correlata anche tutta la problematica dei certificati medici che era finalmente stata affrontata, con riferimento alla terza età, in modo squisitamente coerente e razionale dal Decreto Balduzzi nel 2013. Premesso che l’attività fisica è necessaria per gli anziani e che in palestra non si svolgono per loro esercitazioni in alcun modo pericolose né a livello cardiaco né ad altri livelli si invitavano comunque gli insegnanti a sincerarsi del corretto rapporto fra soggetto in terza età e proprio medico di base. In tale rapporto andava anche trasferita l’informazione della partecipazione da parte dell’utente ad un corso di ginnastica a lui dedicato e in base “anche” a questa normalissima informazione il medico di base consigliava i normali controlli che vengono consigliati a tutti i cittadini, che vanno al cinema, che fanno la torta ai nipotini, che vanno allo stadio a vedere la loro squadra del cuore (attività pericolosissima per il cuore…) o anche che vanno a rapinare le banche (attività pericolosissima per tutt’altri motivi).
La questione assicurativa e dei certificati medici è un terribile bluff per non volere ammettere che esiste un enorme problema di natura strutturale che è la mancanza di impianti per l’attività motoria in Italia, a tutti i livelli. E’ un problema che riguarda tutti, i giovani ed i meno giovani. E’ chiaro che questo problema si ingigantisce nel momento in cui tutti chiedono giustamente di fare attività motoria. E allora ci si inventa che l’anziano in palestra ha bisogno dell’assicurazione personale obbligatoria come se andasse là per arrampicarsi sui muri, oppure che il presidente della società sportiva che organizza il corso di ginnastica a basso impegno cardiaco può riservarsi il diritto di pretendere l’esibizione di un fantomatico certificato medico di idoneità (nonostante la legge non lo preveda) per svolgere un’attività che è meno pericolosa che andare allo stadio a vedere la partita di calcio.
Il vero problema è la mancanza di impianti le altre sono balle collegate a questa mancanza. Non penso di campare abbastanza per vedere quel giorno che verrà formalmente istituzionalizzata l’attività motoria per la terza età, ma questo non perché sia pessimista sulla lunghezza della mia vita quanto perché penso che dovrei campare molto più di Matusalemme per vedere questo giorno.
La cosa che invece sogno ed a tal scopo devo davvero mantenermi in salute e tentare di campare più possibile perché non ci manca mica poco è che arrivi, prima della prossima glaciazione, una norma che faciliti lo svolgimento della pratica della ginnastica per la terza età nelle strutture pubbliche.
Non ci vuole molto e senza volermi sostituire al legislatore sintetizzo semplicemente la problematica.
E’ importante far capire che l’attività motoria per la terza età fa bene e non è assolutamente pericolosa e, pertanto se volete sancire un obbligo di certificazione medica determinatelo per i sedentari che sono la categoria più a rischio e non per chi, giustamente, pensa alla sua salute. Questo a livello burocratico. Poi a livello più pratico ma che purtroppo resta anche terribilmente burocratico: visto che mancano le strutture, non ci sono palestre e gli anziani sono costretti a fare attività nelle palestre scolastiche perché non ne hanno solo per loro, fate in modo che l’utilizzazione di questi impianti venga razionalizzata al meglio organizzando in modo più efficiente gli orari. Per far questo dovete esonerare i dirigenti scolastici dall’onere di organizzare gli orari in palestra. Questo compito porta via loro troppo tempo e non sono in grado di espletarlo. Finiscono per considerare solo le esigenze scolastiche altrimenti non ne vengono più fuori e dopo sono costantemente in crisi con gli altri fruitori della palestra pubblica (che è del Comune e non della Scuola ed anche per questo è scandaloso che un dirigente scolastico possa concertarne l’orario senza confrontarsi con gli altri utilizzatori dell’impianto) che restano spiazzati da decisioni quanto meno poco razionali.
E’ chiaro che mentre le regole di tipo assicurativo che facilitano l’accesso all’utente di terza età in palestra sono già scritte e occorre solo la volontà politica di applicarle, una rivoluzionaria regola che costringa la scuola a far i conti negli spazi palestra anche con altre realtà ugualmente importanti crea la necessità di inventare nuove figure. Un fantomatico “gestore di palestre pubbliche” al momento non esiste ma se esistesse dovrebbe chiaramente accertarsi che quella palestra sia correttamente utilizzata in modo razionale senza far torto a nessuno. Questa non è la realtà attuale, so benissimo che i dirigenti scolastici hanno ben altri problemi, Purtroppo questo non sono in grado di affrontarlo e troppe volte succede che c’è la palestra vuota ed il corso di terza età fuori che non sa dove andare. Solo per una questione burocratica.