DIMENTICAVO…

Arriva la “solita” domanda (e ben vengano i “soliti” perché è proprio su quelli che dobbiamo puntare per fare pubblicità all’attività motoria) sull’attività fisica immancabilmente corredata di richiesta di parere su dieta.

Come al “solito” rispondo sulla situazione specifica con riferimento all’attività fisica e poi, non per strafottenza ma per disattenzione, mi “dimentico” di rispondere sulla parte che riguarda la dieta.
In genere su questo punto rispondo che non ci capisco niente di diete, che non è un campo di mia competenza, che “Personal Trainer” non vuol dire “Personal Dietologo” e che, se qualche mio collega fa il dietologo senza esserlo, è lui che sbaglia e non io che mi limito a trattare l’attività fisica.

Poco dopo che ho spedito la risposta ho un sussulto, mi viene in mente che questa volta non ho proprio risposto a quella parte del quesito, non solo ma che il quesito partiva con delle credenziali particolari perché questa giovane, a fronte di un’attività sportiva consistente e di un peso corporeo che sembrava regolarissimo, dichiarava di sottoporsi ad un regime dietetico piuttosto restrittivo.
Dal sussulto passo alla paura, riprendo l’indirizzo e scrivo subito che mi sono dimenticato di rispondere a questa cosa, che di diete non ci capisco nulla e che comunque, prima di intraprendere una dieta è opportuno consultarsi sempre con il proprio medico di base.

Questa “dimenticanza” da il via a questo articolo nel senso che ho preso paura ad essermi dimenticato di una cosa che è molto importante e nella quale purtroppo molto spesso vengo coinvolto perché si ritiene che il “Personal Trainer” sia una specie di medico di base.

Il Personal Trainer non è un medico di base (tanto più quello “Gratuito” che dà consigli su Internet o ad un Percorso della Salute) anche se a mio parere sarebbe molto importante che come operatori dell’attività motoria di prevenzione ci confrontassimo costantemente con i medici di base. A maggior ragione ritengo che un dietologo dovrebbe avere un costante rapporto con il medico di base del suo assistito.
Sono uno degli illusi che pensa ancora che con l’attività motoria si possa ancora “giocare” (in realtà per “giocare” da adulti con l’attività motoria occorre avere una certa maturità) e pertanto ritengo che il confronto con il medico di base per l’attività motoria sia certamente utile e produttivo ma non sempre strettamente necessario. Al contrario, per quanto scopro nella casistica attorno alle diete, ritengo che la collaborazione fra medico di base e dietologo non possa assolutamente essere sottovalutata.

Mi spiego: ho un concetto un po’ strano di medico di base. Per conto mio il medico di base è il “capo” della tua salute.
Tento di non andare troppo dal mio medico di base perché altrimenti gli provoco un sovraccarico della muscolatura dell’addome nel senso che quando mi vede si piega in due dalle risate e per un po’ non riesce più a raddrizzarsi. Mi chiama Woody Allen ma io non andrei mai da un dietologo senza prima averlo consultato. Lui mi conosce, il dietologo no. E’ il mio medico di base che sa se ho bisogno di uno specialista o se la mia nuova trovata è un “problema” che può risolvere benissimo lui senza mandarmi da nessuno specialista.
In molti casi la gente che va dal dietologo non ha bisogno del dietologo ma semplicemente di un buon psicologo. E’ proprio per quello che quando si danno consigli in fatto di alimentazione bisogna essere molto cauti.
Chi chiede quei consigli molte volte non ha problemi di alimentazione e sta solo andando a caccia di problemi di alimentazione (va a cercarseli anche se non li ha) per risolvere problemi psicologici che hanno origine da fatti che non c’entrano nulla con l’alimentazione.

Tornando specificamente ai problemi del mio sito io dico sempre che dare consigli generici può essere fuorviante e potenzialmente pericoloso. Per questo mi sono chiamato “Personal” trainer e prima di dare consigli sull’attività fisica quotidiana tento di inquadrare il soggetto con il quale ho a che fare. In ogni caso sono il primo io a dire che qualche errore in sede di gestione dell’attività motoria può essere un peccato veniale e c’è la possibilità di accorgersene abbastanza tempestivamente e di porci rimedio in tempi utili. Non altrettanto si può dire di quando andiamo ad alterare volontariamente il regime alimentare che è una mossa altamente invasiva per l’equilibrio psicofisico.
Si può, con un po’ di prudenza, “giocare” con l’attività motoria. L’attività motoria è proprio “gioco” nel senso che comincia come gioco e, per essere divertente, deve mantenere una sua componente ludica sempre, possibilmente per tutta la vita. Con l’alimentazione, invece non si “gioca” mai, nemmeno da bambini, tanto è vero che la mamma se giochiamo in modo strano non ci corregge ma se ci alimentiamo in modo strano ci riprende subito e ci riporta al rispetto delle regole.

“Personalmente” vi consiglio di giocare prudentemente con l’attività fisica e sono assolutamente disponibile a darvi consigli con entusiasmo per questo splendido gioco. Non vi consiglio per niente, invece, di giocare con l’alimentazione, non posso e non devo darvi consigli in tale ambito e l’unica cosa che posso dirvi è che non è un gioco.