Telegrafico: “Correre fra colleghi riduce il numero delle liti un ufficio”. E questa è una delle notizie che vogliamo sentirci raccontare e dieci e lode a chi l’ha pubblicata perché l’ha ritenuta giustamente molto interessante.
E’ ovvio che correre con i colleghi porti a ridurre il numero delle liti in ufficio e non è difficile spiegare il perché.
La competizione, assolutamente deleteria ed inopportuna in ambito lavorativo, viene trasferita sul campo sportivo e da lì non si sposta più perché quello è il suo habitat naturale.
Ovviamente uno dei due colleghi è più performante, seppur di poco, e ciò provoca quello squilibrio insanabile che stroncherà tutte le liti. Non è detto che il collega più bravo deva vincere sempre ma in ogni caso il prevalere dell’uno o nell’altro nelle varie circostanze determinerà le modalità di soppressione delle liti per “futili motivi”.
Nel dettaglio partiamo dal punto di vista del vincitore. Il vincitore è troppo contento di aver vinto e non ha più lo spirito per litigare anche perché vede il collega uno scalino sotto. Non solo, se anche avesse ancora voglia di litigare se la fa passare perché questo suo “non litigare più” è la consacrazione del suo trionfo. E’ proprio non litigando più che fa capire all’altro la grandezza del suo trionfo.
La tragedia vista dalla parte del perdente: questo non può più permettersi il lusso di litigare perché così facendo non fa altro che ammettere la portata della sua sconfitta, lo sanno tutti che il litigio non c’entra niente con le banali questioni di ufficio ma è alimentato esclusivamente dalla cocente sconfitta patita in ambito sportivo. Non solo, ma se vuole avere delle possibilità nella rivincita, perché ormai questa è l’unica cosa che conta e non le quisquilie d’ufficio, il perdente deve cominciare a lavorare sui nervi e quindi deve mostrarsi pacato, fiducioso e sicuro di sé, solo in questo modo può cominciare a rendersi temibile con riferimento ad una futura rivincita che presenta sempre molte incognite.
La competizione assurda è sulle fesserie d’ufficio, quella autentica, drammatica e che può portare davvero al cambio di lavoro ma anche di città, Stato e pure continente è quella sul campo. Provare per credere.