IL “BUTTADENTRO”

Nelle discoteche si sono inventati i “buttafuori” che sono quei personaggi un po’ corpulenti che hanno l’incarico di allontanare dalla discoteca gli ubriaconi e quelle persone che si comportano in modo un po’ sconveniente e maldestro. Però le discoteche, per sopravvivere, possono contare anche sulla collaborazione dei “buttadentro” che, anche se non si chiamano così, sono tutte quelle persone che in qualche modo collaborano per riempire la discoteca, per pubblicizzare l’attività della discoteca e per fare in modo che questa possa continuare ad assere molto frequentata. Il “buttadentro” l’ho visto anche in certe località turistiche nei pressi dei ristoranti ed è quel personaggio che fuori dal locale ti invita ad entrare per pranzare o cenare. Magari tu hai appena mangiato ma lui non guarda in faccia nessuno, ci manca solo che ti scaraventi dentro in malo modo. Insomma è molto più contento se tu sei dentro al locale che non fuori a visitare la città.

Mi è venuto in mente di scrivere l’articolo sui “buttadentro” dopo che ho letto che in Francia ti pagano 25 centesimi al chilometro se vai al lavoro in bicicletta, altro che pubblicità delle medicine…

Io avevo fatto un conto che solo come risparmio di farmaci, una persona che cammina può risparmiare mediamente 20 centesimi per ogni chilometro che cammina. Stiamo parlando di risparmio riferito solo al minor consumo di farmaci. Evidentemente i francesi per giungere alla tariffazione di 25 centesimi al chilometro in bici (che corrisponde più o meno ad un euro al chilometro a piedi visto che il rapporto si attesta attorno ad 1:4) hanno aggiunto altri costi relativi all’assistenza sanitaria non correlati con l’uso di farmaci.

Non arriveremo a rimborsare i chilometri fatti in bici in Italia (anche se un paese toscano ci ha già provato per emulare i francesi e… farsi un po’ di pubblicità) però al “buttadentro” dei campi sportivi bisogna arrivarci davvero.

Ho già scritto che nella fascia oraria dalle 15 alle 17, quella che d’inverno dovrebbe essere la più appetibile per gli studenti, il campo non è per niente pieno, al punto che stavano quasi per chiudere uno spogliatoio per risparmiare sulle spese di pulizia.

Questa cosa deve far meditare molto. I vecchi vanno alla mattina (i masters…). I bambini vanno dopo le 16 e 30 perché prima hanno la scuola (ma l’attività fisica d’inverno va fatta prima di quell’ora e la scuola non deve ignorarlo…). Gli adulti che lavorano vanno nella pausa pranzo (sempre più di moda, quasi come l’Happy Hour) e nelle ore della tarda serata dopo il lavoro. Gli studenti, che sono gli unici che potrebbero allenarsi nell’orario migliore, in quello dei professionisti dello sport, tanto per intenderci, non ci sono…

E allora occorrono i buttadentro. Ed il buttadentro deve far capire che fare sport è importante a tutte le età, non solo da bambino, non solo quando ormai hai la panza e lo fai perché ti vedi male allo specchio.

Il buco nero che riguarda lo sport italiano prende quella fascia che va dai 17 ai 25 anni. E’ l’età nella quale è opportuno allenarsi tutti i giorni. Non due volte al giorno come fanno i professionisti, non due volte alla settimana come fanno gli ex sedentari che riprendono dopo vent’anni di inattività. Tutti i giorni. Quanti sono i ragazzi italiani che si allenano tutti i giorni? Pochi. E la gran parte ti dicono che non hanno tempo perché devono studiare. E allora, tanto per cambiare, alla fine questo è il  mio solito articolo “contro” la scuola ma “per” la scuola perché una scuola che funziona bene deve tenere conto di tutte le esigenze dello studente e non solo di quelle relative al mero apprendimento.

Abbiamo bisogno di “buttadentro” per riempire i campi sportivi. Se i ragazzi non andassero a scuola ne avremmo bisogno anche per riempire le scuole. Se le scuole riuscissero a farsi carico anche di gestire l’attività fisica dei ragazzi non avremmo bisogno del buttadentro per l’attività fisica scolastica visto che, quando presente ed incentivata, i ragazzi dimostrano di gradire l’attività fisica ancora più delle altre proposte di formazione. Visto che ciò non accade abbiamo bisogno dei buttadentro per l’attività fisica. I ragazzi non si rendono conto che muoversi è importante come studiare,  non so se è perché non glielo abbiamo spiegato o per quale altro motivo, ma questo è un dato di fatto. E’ chiaro che se ci muoviamo in tal senso riusciremo a risparmiare in farmaci e l’industria farmaceutica potrebbe subirne un danno ma, insomma, non penso che il miglior modo per sostenere l’industria farmaceutica sia quello di produrre una gioventù sedentaria.