La storia dello sport è una storia di vincitori e vinti e, se vogliamo che lo sport trionfi nel suo complesso, il vincitore deve aver rispetto del vinto così come il vinto deve accettare la sconfitta e non sbeffeggiare il vincitore per pura invidia.
Il vincitore deve avere rispetto del vinto anche perché arriva il momento che il vinto diventa vincitore, eccome se arriva, ed allora più che un piacevole avvicendamento rischia di essere una vendetta, se non c’è stato rispetto reciproco fino a quel momento.
I potenti della terra sono indubbiamente in una posizione di privilegio ma non si devono fare beffa del popolo altrimenti può arrivare un momento traumatico nel quale più che un naturale scambio di poteri arriva la sommossa.
La storia dei dazi è triste e ridicola al tempo stesso. Il padre padrone fa la voce grossa nei confronti dei sottomessi ma quando prova a farla nei confronti di chi è autonomo rischia di fare una gran brutta figura.
Il padrone dei mercati mondiali ormai è la Cina e nessuno è in grado di ricattarla, nemmeno chi dispone del più grande arsenale mondiale.
Purtroppo non abbiamo tutti voglia di lavorare quanto i cinesi e questo non è un male ma una speranza in un mondo dove essenzialmente si lavora troppo per produrre troppo. Non siamo noi che lavoriamo troppo poco, sono i cinesi che lavorano troppo per conquistare i mercati mondiali.
Il vincitore non deve mai essere prepotente sia che vinca perché ha un arsenale incredibile sia che vinca perché ha una capacità produttiva più esagerata dell’arsenale incredibile.
Il consenso si da sottomettendosi al potere delle armi ma anche sottomettendosi al potere del mercato. Quando il popolo ha le scatole girate è più forte sia di tutti gli arsenali che di tutti i mercati. E questa è sì una speranza ma anche una bomba innescata perché il popolo oppresso non ragiona con calma. Per quello è importante che ogni vincitore rispetti il vinto.
E’ facile che il pianeta in tempi imminenti deva trovare nuovi equilibri, non solo per il problema ecologico ma anche per nuovi equilibri sociali che non possono essere rimandati perennemente da un’informazione sempre più falsa.
C’è da augurarsi che nel mondo regni lo spirito sportivo e forse quello dello sport dei campetti di periferia più ancora che quello dello sport a cinque cerchi, affinché ogni avvicendamento del vincitore possa essere poco traumatico ed una bella pagina di sport più che una brutta pagina di storia.