“EL DOTOR” ED IL MOVIMENTO ATLETICO DI PIOVEZZANO: UNA STORIA IRRIPETIBILE

A volte dei miei articoli non interessa la sostanza ma qualche dettaglio curioso. Della disputa sul training polarizzato con tanto di riferimenti al congresso di Duisburg di oltre mezzo secolo fa praticamente non gliene frega niente a nessuno, anche perché l’allenamento polarizzato è oggetto di commento di ben altri critici, mentre la storia del “dotor” di Piovezzano ha incuriosito qualcuno.

La storia de “El dotor” di Piovezzano (che adesso va in bicicletta ed usa lo sport per come va usato, con fini prettamente salutistici) è semplicemente irripetibile perché collocata in un momento storico irripetibile. Era la fine degli anni ’70 e a Piovezzano, in provincia di Verona, esisteva un rettilineo in asfalto poco frequentato dalle automobili anche se era una strada per le auto a tutti gli effetti ma, si sa, all’epoca il traffico automobilistico non era certamente quello di adesso ed i pochi utilizzatori di quella stradina sapevano anche che era utilizzata per gli allenamenti da giovani che correvano gran forte e non certamente a ritmo da footing.

Quel rettilineo di poco più di un chilometro (ci stavano gli 800 metri in linea ma non i 1500…) è stato teatro degli allenamenti di un gruppo che ha portato all’atletica notevoli personaggi nel mezzofondo. “El dotor” era il loro allenatore, il loro luminare ed era chiamato “El dotor” perché si interessava parecchio di atletica con piglio scientifico anche se dopo aver letto tutte le teorie dei luminari dell’epoca su quel rettilineo faceva esclusivamente di testa sua e questo era il suo grande merito.

Ha avuto a disposizione una quantità di atleti di buon livello che adesso non potrebbe più trovare in nessun posto e senza dire che ha “sperimentato” si può tranquillamente dire che è stato un pioniere proponendo allenamenti che non erano ancor stati immaginati da altri. Niente di trascendentale, per carità, ma tutto assolutamente senza ausili farmacologici che già allora erano molto di moda e senza programmazioni dettate da chissà quale presunzione.

“El dotor” non allena più l’atletica ed in questo panorama lo vedrei un po’ sofferente, in primis perché adesso si seguono sempre di più alla lettera fantomatiche programmazioni di altri dottori che si allontanano dal piglio pionieristico del “dotor”, poi perché praticamente non esiste più la sua pista tranquilla, o meglio non è più una pista per atleti scatenati ma una comunissima strada per auto che vanno normalmente troppo veloce.

Il movimento dell’atletica Piovezzano è semplicemente irripetibile e lo sarebbe anche se un altro “dotor” con lo stesso entusiasmo e con la stessa voglia di scoprire l’atletica assieme ai suoi atleti ripiombasse sulla scena dell’atletica ed anche se si reperisse un nuovo fantastico rettilineo dove poter correre veloce senza problemi.

Non solo, ma una cosa che è cambiata a livello generale dell’atletica leggera e questa non riguarda solo l’atletica Piovezzano, l’atletica veneta, ma temo che riguardi tutta l’atletica italiana (se non quella mondiale…) è che si è creata una frattura netta fra il movimento degli atleti di vertice e quello dei cosiddetti dilettanti. Tale frattura purtroppo è stata ampliata notevolmente dal consumo di farmaci sempre più diffuso nella preparazione dei campioni e se un tempo un buon dilettante poteva competere anche con atleti considerati professionisti adesso questa cosa non è più possibile se non altro che per competere con un professionista devi allenarti due volte al giorno.

Gli atleti dell’atletica Piovezzano ormai sono una leggenda, la stessa squadra non esiste più e chi ha vissuto quell’epoca capisce bene che è irripetibile. In tal senso mi fa piacere essere ritenuto testimone attendibile e capisco bene se di quello che dico sul training polarizzato non gliene frega niente a nessuno mentre se scrivo del “dotor” desto una certa curiosità.

Purtroppo anche i record ottenuti su quel rettilineo sono ormai imbattibili a meno che un giorno non vogliamo bloccare la strada ed andare là con un gruppo di professionisti per far capire quanto si correva forte già allora e senza farmaci.