LO SPORT ED IL METODO

Per “metodo” non intendo il metodo scientifico ma un fantomatico metodo d’indagine per capire la Realtà che ci circonda a prescindere dalla validazione dei dati scientifici. Diciamo un qualcosa di non ufficialmente riconosciuto dalla scienza.

Dicono che i mancini contrastati siano dei soggetti un po’ particolari con tendenze alla contestazione di tutto quanto universalmente riconosciuto.

In proposito io ricordo un urletto della mia prima maestra, quella che il primo giorno di scuola elementare ha notato che prendevo la matita con la mano sinistra. L’urlo ha fatto tremare i vetri che stanno ancora tremando, ma io scrivo con la mano destra. Quanto alle contestazioni (quella sul metodo scientifico è solo l’ultima di una lunga serie) temo che dipendano da altri maestri e non da quella. Penso che le contestazioni dipendano essenzialmente da quelli della poesia a memoria che purtroppo sono stati più di uno. Io ho un rigetto su tutte le poesie a memoria e similari che si estende a macchia d’olio anche su cose che sembrano avere poco a che fare con la poesia a memoria.

Occorrerebbe probabilmente un bravo psicologo per capire il nesso che c’è fra la poesia memoria e la validazione del metodo scientifico. Tant’è che mi diletto perfino ad immaginare un fantomatico metodo d’indagine della realtà che parte dallo sport e non ha alcun rispetto per i crismi del metodo scientifico.

Un esempio pratico per far capire dove voglio andare a parare. Circa quarant’anni fa si osava ancora trattare la tendinite del tendine d’Achille con lo stivaletto gessato che era un accidenti che ti serviva per immobilizzare il tendine d’Achille per un tempo esageratamente lungo. Dopo quel periodo il tendine d’Achille era pronto per essere operato perché con un tempo così lungo anche se qualche fibra si era ripresa la maggior parte di quelle sane di quel tendine si erano irrimediabilmente indebolite.

In tempi precedenti i medici trattavano strane patologie con le sanguisughe e commettevano errori ancora più grossolani. Per me l’individuazione del protocollo “stivaletto gessato per il tendine d’Achille” era anche peggio della rilevazione della persistenza dell’utilizzazione delle sanguisughe per i salassi e così ho ideato un mio metodo di indagine della Realtà. Parti da qualcosa che conosci bene, vedi con quanta supponenza viene trattato in modo maldestro e del tutto non consono quell’argomento e da lì ti fai un’ opinione del testo o del personaggio che stai consultando. Diciamo pure che è un metodo molto severo.

Lo sport non porta solo a questi contrasti con la scienza medica ed oltre allo stivaletto gessato per la tendinite del tendine d’Achille e all’utilizzazione dei salassi che è diventata anche più famosa del mitico stivaletto gessato c’è tutta la problematica della prevenzione che è molto attuale e che viene considerata da medici e da chi si occupa di attività fisica in modo molto diverso.

La vera prevenzione, a mio parere sta nell’adottare stili di vita che riescano di fatto a prevenire l’insorgere delle malattie. Non è solo riuscire a diagnosticare sempre prima certe patologie. Ancora più importante risulta mettere in campo tutte quelle strategie per evitare i comportamenti che possano portare ad ammalarsi facilmente. Pertanto se fumo, più che farmi continuamente gli esami per evidenziare in fretta l’insorgenza del tumore al polmone farei bene a smettere di fumare.

Purtroppo in Italia mentre siamo abbastanza avanti dal punto di vista diagnostico, quasi allineati con la media degli altri paesi europei, siamo piuttosto in ritardo con la prevenzione che riguarda l’attività fisica utilizzata come “medicina preventiva”. Diciamo pure che questo concetto non esiste e quando una lungimirante pediatra di Taranto prescrive un’ora di giuoco al giorno al bambino che vive nella città delle acciaierie questa cosa va su tutti i giornali perché è molto strana.

Io stesso sono molto strano quando affermo che bisogna lavorare di meno e praticare più sport, studiare di meno e giocare di più. Praticamente invece di passare per uno che ha a cuore la salute delle persone passo per Pinocchio che vende l’abecedario per andare a divertirsi.

Il metodo dello sport non è un metodo scientifico, comporta una validazione che più che in laboratorio è sul campo e talvolta collide con il metodo scientifico. In una sorta di armistizio chi lavora nel settore dell’attività fisica sostiene che le scienze motorie non sono scienze ma arti. Poi però la scienza dilaga e si prende anche campi che non sono suoi e così all’Università si studiano le Scienza Motorie con buona pace di ciò che si predicava nei vecchi Isef dove si affermava il primato dell’arte sulla scienza in tema di attività fisica.

Purtroppo lo sport è sempre più intriso di protocolli medici e questo ha un po’ rovinato lo stato dell’arte. Se fossimo un po’ più accorti il “metodo” non scientifico potrebbe prendere spazio anche in ambiti che sono comunemente condizionati dal metodo scientifico, invece avviene esattamente il contrario. La sacralità della scienza ha soffocato la fantasia dello spirito pionieristico che era tipico dello sport di un tempo.

Forse più che mettere in competizione i due metodi si tratta semplicemente di capire dove c’è la necessità istituzionale di applicare il metodo scientifico e dove ci si può permettere il lusso di applicare l’altro. Certo che da un punto di vista metodologico e pure legale è piuttosto imbarazzante quando si riesce a dimostrare la fallacia del metodo scientifico ma si continua ad applicarlo solo per convenzione ignorando i risultati della pratica di campo.

In ogni caso bisogna anche rispettare la potenza delle convenzioni e ci tocca dire che quando parliamo genericamente di “metodo” sottintendiamo comunemente il metodo scientifico, altri praticamente non ne esistono e tanto meno sono universalmente accettati.

Con metodo scientifico pertanto bisogna dire che se un libro di testo riporta in modo anacronistico l’adozione dello stivaletto gessato per la cura delle tendiniti del tendine d’Achille probabilmente quel testo presenta qualche incongruenza su quell’argomento specifico ma è certamente valido su tutto il resto. Il metodo di chi non ci sta a subirsi la poesia a memoria invece dice che se quel testo riporta corbellerie sul primo argomento scelto a caso per tastare il polso alla qualità dell’informazione vuol dire che probabilmente quel testo è poco attendibile o come minimo fallace in quasi tutti gli argomenti che tratta.

Se accettiamo il metodo scientifico viviamo più tranquilli e lasciamo tranquillamente decidere agli altri. Se mettiamo in discussione tutto non possiamo vivere tranquilli e dobbiamo soppesare bene ogni questione che riguarda la nostra salute, non rifiutando i consigli dei professionisti del settore ma tenendo ben presente che i destinatari del consiglio siamo noi stessi. Nello sport agire pensando che possa esistere un dogma universalmente accettato è semplicemente noioso e assolutamente non necessario. Mi auguro che questa cosa sia tenuta ben presente dai professionisti del settore per non sprofondare nell’ipocrisia della scienza “non scienza” applicata allo sport.