IL PENSIERO POSITIVO

Sul pensiero positivo uno dei più esposti è il mitico Jovanotti che in un brano di grande successo risalente al 1994 canta: “Io penso positivo perché son vivo, perché son vivo…”. In realtà si potrebbe obiettare che non è sufficiente essere vivi per pensare positivo, anzi molti vivi non pensano per niente positivo nonostante che siano vivi. Allora, con un po’ di pignoleria, si potrebbe arrivare all’accordo che se pensi positivo forse ti senti ancora più vivo o semplicemente vivi meglio.

Detto questo sono assolutamente d’accordo che valga la pena pensare positivo e pertanto mi associo al grande Jovanotti, anche se non canto, dicendo semplicemente che mi sforzo di pensare positivo per sentirmi meglio.

Parto da un presupposto piuttosto concreto. Viviamo mediamente qualcosa come 30 mila giorni, attorno alle 700 mila ore, poco più di 40 milioni di secondi. Se ci pensiamo bene non è proprio nulla e se contraddicendo me stesso adesso per un momento mi va di pensare negativo penso che in questo breve scorcio di inizio di questo articolo, del quale probabilmente non fregherà niente proprio a nessuno, mi sono già mangiato qualcosa come 500 secondi. Praticamente viviamo un istante. Ed allora ci si chiede se in questo istante valga la pena di pensare positivo o meno.

E’ chiaro che l’istinto può portarci a pensare in tutti i modi, sia positivo che negativo, ma se razionalizziamo un po’ troviamo che il pensiero negativo è decisamente sconveniente e, da un punto di vista razionale, non c’è proprio tempo per affrontarlo.

Pertanto io direi: “Io penso positivo non tanto perché son vivo ma perché non ho proprio tempo per pensare negativo, in questo senso sono quasi morto e proprio per quello penso positivo, per non sprecare il poco tempo che ho a disposizione.”

Dunque più che pensare al versamento dell’Iva, che è un pensiero che guasta la vita, si può pensare per esempio al tempo ottenuto sui 100 metri soprattutto se ci si riesce a pensare nel modo giusto perché anche lo stesso tempo ottenuto sui 100 pensato in un certo modo è fonte di gratificazione mentre pensato in un altro modo può essere pesante come il versamento dell’Iva.

Il pensiero sul tempo dei 100 metri è un po’ come quello sulla fidanzata che può essere anche molto gratificante se la cosa sta funzionando come si auspica, altrimenti il pensiero sulla fidanzata può arrivare ad essere addirittura negativo e conviene proprio sostituirlo con quello sui 100 metri se non talvolta, addirittura con quello sul versamento dell’Iva.

Lungi da me andare ad elucubrare sul pensiero sulla fidanzata che è forse la cosa più complessa che ci può accadere quaggiù, ma stando sul terra terra si possono dare delle brevi indicazioni su come pensare positivo con riguardo ai 100 metri ma anche ai 200, i 400 metri gli 800 metri, tutte le corse dell’atletica per non dire del calcio, della pallavolo, del basket e di tutti gli sport immaginabili che ben si prestano al pensiero positivo.

Il pensiero positivo nello sport si risolve molte bene nell’idea che ciò che è già stato fatto è comunque un qualcosa di grande e che ciò che si può fare potrà essere qualcosa di ancora meglio.

Se partiamo da questi presupposti il pensiero positivo dello sport è molto simile a quello di Jovanotti. Se invece pensiamo che ciò che abbiamo combinato fino a quel punto sui 100 metri è qualcosa di indecente e che ciò che andremo a combinare potrebbe essere anche peggio allora secondo Jovanotti non siamo molto vivi e probabilmente ci ha pure un po’ ragione.

Siamo costantemente in conflitto con l’istinto che non sempre gira con il vento giusto e la razionalità che ci dice che bisogna andare dritto solo verso una particolare rotta. Allora io sostengo che, senza essere troppo pignoli con sé stessi, è opportuno far guidare l’istinto fin tanto che questo ci spinge verso rotte gradevoli ed è pure importante controllarlo quando ci butta completamente fuori rotta.

Mi sono già mangiato altri 1000 secondi ma forse queste considerazioni potranno servirmi per le prossime migliaia di secondi. Sì insomma anche la storia che viviamo un momento potete prenderla come volete: che purtroppo non si riesce ad assaporare nulla con la dovuta calma oppure che, visto che campiamo poco, non c’è tempo da perdere per le cose negative. Questa seconda considerazione può servirci ad impiegare meglio il tempo.