ALTI, BASSI E FANTASIA… NELLO SPORT

Il filone dell’accostamento quasi irriverente delle gesta sportive ai fatti sentimentali è praticamente senza fine ma ultimamente l’ho perseguito volentieri non solo per fare dell’umorismo di serie B ma per portare in campo argomenti per illustrare a mio modo quelli che sono i due flagelli dell’approccio all’attività sportiva nel mondo contemporaneo: la medicalizzazione e la computerizzazione. In una parola un approccio di tipo scientifico professionale con una parvenza di razionalità “irrazionale” (mi si scusi il gioco di parole) per una cosa che dovrebbe essere un gioco, dove la fantasia dovrebbe regnare sovrana ed invece è praticamente sotto i tacchi.

Allora vorrei trattare gli alti ed i bassi che praticamente coincidono con lo stato di forma ed il momento di calo nello sport e dove l’accostamento con le normali gesta umane e pure, per l’ennesima volta, con i fatti sentimentali è più che scontato ed istintivo. In questi alti e bassi di normalissimo, frequente e se vogliamo anche atteso accadimento vorrei analizzare un po’ il possibile e potenziale ruolo della fantasia, sempre più bistrattata nella società dello stress che non concede tanti fronzoli e cose non codificate e difficilmente decifrabili.

Ovviamente tratto la materia dal punto di vista dello sport poi ognuno è libero di farne le traslazioni che vuole. Ancora una volta la metafora con cose di altro ed alto livello della vita è sostenibile e non è vietato accentuarla.

Lo stato di forma è ciò che l’atleta cerca in un ben preciso momento della stagione agonistica, fa di tutto per centrarlo bene ma poi un sacco di fattori possono spostare avanti o dietro questo stato di forma. Nell’amore non siamo così precisi, cerchiamo l’estasi e basta e ci va bene in qualsiasi momento, non necessariamente nel momento delle gare… Ovviamente sappiamo che come allo stato di forma nello sport succede la fase di rigenerazione anche nell’amore alla fase di estasi succede una fase che non vogliamo chiamare di noia ma purtroppo non è paragonabile alla precedente. Alcuni non sostengono molto bene questa fase e così passano di storia in storia tentando di cogliere il meglio di ogni storia e dunque la tumultuosa fase iniziale. Quelli che fanno così ricordano un po’ la storia della volpe e l’uva perché non sanno o fanno finta di non sapere che il miglior stato di forma, o la miglior fase di estasi a seconda dei punti di vista, lo si sperimenta dopo la fase di rigenerazione proprio proseguendo la storia precedente. Praticamente chi si ferma sempre al primo scalino ignora l’ebrezza del secondo, terzo etc, anche se può essere diventato un esperto di “primi scalini”.

Tale cosa purtroppo accade anche nello sport e così c’è una moltitudine di giovani che accampando scuse di ordine sociale di tutti i tipi si ritira al primo scalino senza attendere che l’organismo si rigeneri per poter ottenere quei grandi risultati che sono tipici di una fase successiva della gioventù compresa più o meno fra i 25 ed i 30 anni.

Allora la fantasia entra in campo per non emulare il tipico “così fan tutti” che ti dice che appena trovi un lavoro un po’ impegnativo ti ci devi buttare a capofitto e tempo per fare sport non ce n’è più oppure che per avere voti alti nello studio devi comunque sacrificare la pratica sportiva. E’ la stessa fantasia che occorre alla giovane coppia che alla prima difficoltà decide che è arrivato il momento di far scoppiare la coppia per darne vita ad un’altra. Il giochino può anche essere sensato in certe circostanze se non che, se non ci si prova, non si è mai pronti per evolversi verso lo stato successivo e così abbiamo i bambinoni e le bambinone croniche che pensano che il rapporto ideale sia quello che funziona sempre alla perfezione senza problemi quando invece il rapporto ideale è quello che presenta difficoltà ben superiori di quelle affrontabili nella pratica sportiva.

La Fantasia è quella marcia in più che ti consente di uscire dalla conformazione, dagli schemi e riuscire a costruire qualcosa di solido e difficilmente attaccabile. Non è attaccabile dalle mode anche perché tutto sommato non è di moda ed è invece in antitesi con questa.

La Fantasia è quell’ingrediente che consente ai sistemi rigenerativi di funzionare nel miglior modo. E visto che stiamo trattando di fantasia proprio con un po’ di fantasia mi viene da citare una scena di un vecchio film western con colonna sonora di Sergio Leone per far capire come questa funziona. Il film s’intitola “Per qualche dollaro in più” è nientepopodimenoche del 1965 e la scena finale, interpretata da tre colossi quali Clint Eastwood, Lee Van Cleef e Gian Maria Volontè è una delle più famose della storia del cinema. In questa scena c’è un carillon che suona ed alla fine di questo suono dovrebbe partire il duello a colpi di pistola. Si da il caso che l’esito sia praticamente scontato perché la pistola di Lee Van Cleef è scarica ma… subentra la Fantasia che è un secondo carillon che parte in dolce mentre sta finendo il primo (e qui Sergio Leone si sbizzarrisce nel più poetico dei suoni) che consente al copione di cambiare del tutto perché a quel punto Clint Eastwood procura un altra pistola a Lee Van Cleef ed il duello diventa autentico.

Quel secondo carillon, che se uno vuol capirci qualcosa deve proprio guardarsi il film, è la Fantasia e non è l’assistenza medica o la computerizzazione della pianificazione dell’allenamento. E quella cosa che in un rapporto di coppia dopo un momento difficile lo fa ripartire con più slancio di prima, è quella cosa che nello sport dopo un momento nel quale l’atleta vorrebbe abbandonare lo fa ripartire con più convinzione di prima anche se la maggior parte dei suoi coetanei hanno già abbandonato la pratica sportiva.

Non so se si possa allenare la Fantasia, è una dote certamente genetica ma sono comunque convinto che con un po’ di buona volontà sia anche addestrabile.

Ritengo che un buon allenatore deva dare ai suoi allievi la possibilità di scatenare questa Fantasia e le modalità precise non le conoscerà proprio nessuno. In ogni caso l’allievo che impara ad usare la Fantasia per superare le difficoltà della pratica sportiva è a buon punto per poter arrivare a risultati abbastanza significativi e ha quasi di sicuro tutti i numeri per portare a compimento la carriera sportiva. I correlati rapportabili alla coppia immaginateli voi, io mi limito ad analizzare l’aspetto sportivo altrimenti dopo passo per scarso cronista di vicende sentimentali.