TRADIMENTO E RECUPERO

Proseguendo nel filone, ormai tragicomico, delle gesta sportive accostate alle questioni sentimentali mi piacerebbe ora fare un parallelo fra divagazione, recupero e “tradimento” nello sport e… nel rapporto di coppia.

Ovviamente siamo ai limiti del grottesco e se già prima ero sul ridicolo adesso siamo ai limiti del “non sense”, dell’umorismo demenziale.

Io sono un grande sostenitore del recupero nelle strategie di allenamento, con particolare riferimento alla corsa ma anche agli altri sport. Avete già capito dove voglio arrivare. Se sostengo il recupero come elemento fondamentale per portare avanti il processo di addestramento sportivo figuriamoci se non lo sostengo in altri ambiti dell’esistenza umana. Già sul lavoro sapete come la penso. Ritengo che la nostra sia la società dove si lavora troppo e sia opportuno avere il coraggio di rinunciare ad alcune cose per potersi permettere il lusso di lavorare meno. Meglio poveri ma sani che ricchi ma malati. Ovviamente sarebbe meglio ancora l’utopia del ricchi e sani ma se proprio devo scegliere privilegio la salute sul danaro senza ombra di dubbio.

Allora espongo il fianco alle critiche fin troppo facili e sarcastiche dicendo che anche nel rapporto di coppia bisogna aver la capacità di staccare per recuperare un po’. Ovviamente staccare non vuol dire scappare in vacanza con l’amante anche se come stacco sarebbe senz’altro rilevante ma vuol dire semplicemente aver la possibilità di perdersi in altre questioni della vita che non siano esclusivamente il rapporto di coppia. Lo sport è una di queste e non fa certamente male alla salute, anzi è cento volte meno pericolosa del lavoro appena citato. Quando uno si concentra troppo sul lavoro rischia di danneggiare pure il rapporto di coppia per lo stress, quando si concentra sullo sport difficilmente danneggia il rapporto di coppia e se lo fa vuol dire che ci mette tutta la buona volontà per arrivare a tanto. Lo sport fa bene all’amore e l’amore fa bene allo sport, questo è il succo di tutte queste pappardelle che vi propongo con spirito dissacrante nell’era della preparazione computerizzata.

Si tratta di capire quando è semplice “recupero” e quando è vero e proprio “tradimento”. Allora trattando di sport vado indietro di qualche decennio, quando in seguito ad una bronchite che proprio non se ne andava un medico mi disse che più che di correre in città in mezzo allo smog, avevo bisogno, quando possibile, di scappare in montagna, volendo a fare un po’ si sci di fondo, se avevo voglia di muovermi. Ovviamente da ragazzino non è che fossi propenso ad andare in montagna a guardare i panorami e così comprai gli sci per il fondo (al tempo rigorosamente passo alternato). Fu un mezzo tradimento perché le sensazioni che dava lo sci di fondo in mezzo alla natura la corsa non le dava. A livello agonistico però la mia carriera era già segnata perché anche se a livello di sensazioni bucoliche il fondo pareva ineguagliabile poi quando andavo in gara, nell’atletica mi sentivo a casa mia mentre sugli sci mi sentivo “in prestito”, un personaggio lì in attesa di pulirsi i polmoni per poi tornare all’atletica. Così fu poi con la bicicletta nei pochi momenti nei quali non riuscivo proprio a correre. La bici offriva possibilità turistiche che la corsa non offriva ma quando si trattava di spingere un po’ mentre con la corsa certe sensazioni le provavo anche da infortunato, con la bici proprio mi sentivo esclusivamente un turista.

Insomma nello sport sono sempre rimasto un fedele nonostante le divagazioni, talvolta obbligate su altri sport. Sul fronte sentimentale non mi entusiasma troppo essere così specifico e autobiografico però non mi vergogno a sostenere che mi da fastidio una sorta di perbenismo dilagante secondo il quale non si possono nemmeno fare i complimenti ad una ragazza e poi di nascosto si fanno cose ben peggiori. Ho fatto altre volte l’esempio della cassiera del supermercato e adesso ovviamente il mio lettore andrà a pensare che ho qualche storia con qualche cassiera di supermercato invece mi tocca stroncare il gossip, dicendo che non c’è nulla di questo. Penso che per il solo fatto che siamo maschi e femmine esista un minimo di attrazione con tantissime persone, non poche. Scherzare su questo non penso che sia una cosa malvagia se lo si fa con un minimo di educazione e non vedo perché deva essere considerato atteggiamento scorretto. Chiaramente non mi metto a fare i complimenti ad una certa persona mentre sono con un’altra che ha tutto il diritto di meritare le mie attenzioni ma in modo gratuito (qualcuno la definisce “frivoleria gratuita”) un complimento sincero e non falso penso che non faccia mai male alla salute di nessuno. Non fa male ne a te che sei contento di farlo né a chi lo riceve che non è che deva sposarti perché riceve un complimento. Nella società perbenista bisogna riacquistare il gusto per i complimenti sinceri e non offensivi. Se il complimento è davvero un complimento per conto mio non è mai offensivo, al peggio può non scalfire l’indifferenza di chi lo “subisce” che però non lo subisce veramente mai perché un complimento lo si incassa sempre anche se si è assolutamente liberi di non enfatizzarlo e fare finta di ignorarlo.

Sport vuol dire divagazione. Lo sport è quella cosa che ci fa staccare la testa dai problemi della vita. Anche fare un complimento ad una ragazza può essere una divagazione anche se si sta vivendo una storia molto intensa che con quel complimento non c’entra proprio nulla. Dunque, da sportivi, con tanto buon senso, tatto e rispetto per tutti si può fare un complimento che può far sorridere, non è tradimento, non è peccato ed in certe professioni é proprio quella cosa che ti può far passare con meno stress la giornata.

Tornando alla cassiera state attenti a quando fate un complimento proprio a lei, è allenata a sopportarli e sa certamente scindere fra quelli cretini e quelli formulati con una certa classe. Non è che sia il suo mestiere ma nel suo mestiere quella cosa lì c’entra molto, può essere anche un problema, non lo è se ci si sa comportare sempre con una certa educazione. Di sicuro è ben più pesante l’atteggiamento di chi, stressato da ritmi di lavoro impossibili, sbuffa nei confronti della cassiera se solo ci impiega un secondo in più a passare tutta la spesa. Ecco forse uno dei più bei complimenti che potere fare ad una cassiera è proprio farle capire che non avete nessuna fretta. Così alimento il sospetto di avere qualche storia in ballo con qualche cassiera. Quando invece storie in ballo devianti non ho nemmeno con lo sci di fondo (ormai nevica a quote sempre più alte) e manco con la bicicletta (è sempre più pericoloso usarla nelle nostre città), figuriamoci se le ho su altri fronti.