La risposta è semplice: se esiste la salute che lo sostiene, sì. Qualcuno obietterà che ormai fa fatica ad esistere pure l’amore eterno, figuriamoci se può esistere lo sport eterno. Ecco, anche se l’amore eterno non è più di moda e lo sport eterno forse non lo è mai stato, per certi versi lo sport eterno è di più facile accadimento perché alla fine dipende dall’idea di una persona sola e non due come l’amore.
Anche se non di moda lo sport eterno potrebbe essere quello che rilancia l’attualità del concetto di eternità che se andiamo a ben guardare non è proprio un brutto concetto. Non coincide del tutto con il concetto di fedeltà anche se ci assomiglia ed è un po’ parente di questo concetto. Si può accettare eternamente uno sport pur avendo divagazioni con altri come anche in amore si può portare avanti all’infinito un amore pur avendo divagazioni con altri ma è proprio lì ad essere la coppia a creare qualche problema. La divagazione che se si è da soli è un piccolo pericolo ma non un pericolo letale, in coppia può diventare una bomba devastante, perché anche se non importante viene ingigantita proprio da chi non la vive. Nella coppia il peso della divagazione non è lo sbandamento in sé per sé ma il modo potenzialmente drammatico nel quale la vive chi non ne è protagonista. Per questo rischiano di finire tanti rapporti di coppia, per questo può non finire la pratica di uno sport, eterno, perché non conosce vero tradimento, o forse, per meglio dire, lo può sopportare.
In effetti è proprio quando un soggetto prova un altro sport e poi torna a quello d’origine che capisce quanto è legato al primo ed il vero “cornuto” non è lo sport iniziale ma quello che non riesce a proseguire il cambiamento. In amore io ho sempre sostenuto che il vero cornuto non è il coniuge ma l’amante che pur con un potenziale enorme non riesce a far spostare completamente l’attenzione dal coniuge. Quando dico così tutti sorridono sostenendo che invece il vero cornuto è il coniuge che non riesce ad essere immune da episodi di pericolosa deviazione. Nello sport questo concetto si capisce meglio e sembrerebbe scontato che quando uno cambia sport lo cambi per sempre o almeno faccia passare in secondo ordine quello precedente. A me non è mai accaduto così e spero che la salute mi assista per potermi far proseguire su questa linea. Al contrario quando torno al mio sport d’origine nei pochi momenti di divagazione verso altre attività, dovuti più che altro ad infortuni, torno con ancora più slancio di prima anche se magari la capacità prestativa è inesorabilmente scaduta perché gli anni passano.
Gli anni in effetti passano da un punto di vista fisico e rendono certe prestazioni sempre più difficili se non impossibili ma non passano da un punto di vista emotivo e così potenzialmente potrebbe essere anche nei rapporti di coppia dove gli anni passano per entrambi, non solo per uno, ma l’aspetto emotivo può comunque mantenere una forza ed un rinnovato vigore che per assurdo è proprio il tempo a conferire man mano che passa.
Ciò che dopo pochi anni è normalità, dopo mezzo secolo o più è leggenda e non può essere scalfitto da nessun evento, nemmeno di portata rilevante. Nel caso dello sport può essere solo un deficit fisico grave che impedisca del tutto una certa capacità di movimento, nel caso dell’amore vero e proprio non è nemmeno quello perché non deve nemmeno fare i conti con quello.
Vista così è lo sport eterno ad essere più difficile perché necessita di un minimo di efficienza fisica che non è nemmeno richiesta all’amore.
Ed allora sarebbe bello che in una società dove l’amore eterno non è più di moda lo sport eterno che, almeno da un punto di vista fisico è più difficile, si affermasse per rispolverare questo concetto di eternità che è uno dei più elevati dell’esistenza umana e con i quali potremo aver a che fare, per chi ha fede, in un momento successivo alla nostra esistenza. In ogni caso il concetto di eternità è un concetto anche terribilmente terreno e, anche se non sponsorizzato dalla civiltà dei consumi, può essere coltivato proprio quaggiù senza dover aspettare ciò che avverrà dopo.