I DUE PROBLEMI DELL’ATTIVITA’ MOTORIA IN ITALIA

I due problemi dell’attività motoria in Italia probabilmente sono ben più di due però io con una straordinaria capacità di sintesi, che non mi è propria in troppe circostanze, mi sento in grado di affermare che essenzialmente sono proprio due: il primo è che andiamo troppo in automobile ed il secondo è che lavoriamo troppo e pertanto non abbiamo tempo libero per muoverci come dovremmo.

Forse i due problemi sono collegati perché la matrice è la stessa: il problema che c’è sotto è che dobbiamo far “andare avanti” l’economia, o meglio dobbiamo tentare di far sopravvivere questo tipo di economia che ci ha stressato un po’ tutti ma evidentemente fa ancora decisamente comodo a chi ci comanda. E’ l’economia del petrolio, dura a morire e quella dell’iperproduzione che sembra iniziata l’altro ieri anche se ormai è da più di mezzo secolo che ci stressa.

Forse sarebbe meglio che invece che far andare avanti l’economia facessimo andare avanti noi stessi e pensassimo alla salute più che all’economia, un po’ più poveri ma più sani alla fine ci guadagneremmo in qualità della vita, e saremmo più rilassati e forse anche più snelli come piace tanto a chi ci propina le mode sui modelli fisici. Invece che più snelli perché vittime di diete altamente torturanti saremmo più snelli perché semplicemente impossibilitati a sprecare tanto cibo. Poi magari potremmo anche avere i polmoni più sani impossibilitati ad acquistare grandi quantità di petrolio per muovere le nostre auto che alla fine vanno a petrolio anche se funzionano con l’elettricità e ne consumano veramente tanto se è vero che sono sempre più veloci e pesanti invece di essere più lente e più leggere come dovrebbero essere se fossero costruite con un minimo di razionalità.

Analizzando le varie età si nota come il problema dello stress legato all’iperproduzione ed alla civiltà del petrolio sia trasversale a tutte le età e sia fonte di sedentarietà e di cattive abitudini in tema di movimento da zero a cento anni e oltre.

Partendo dal poppante spesso questo non ha gli spazi per muoversi. Anche se è un poppante ha bisogno di spazio per muoversi e nelle nostre case sempre più piccole e sempre più piene di oggetti di spazio ce n’è gran poco.

Quando il poppante cresce si trova subito a fare i conti con le regole e già ancora quando non capisce un cavolo deve comunque intuire che ci sono delle regole che sostanzialmente lo limitano nel movimento. Sono regole sbagliate ed ingiuste per il pargolo ma lui impara a subirle in vista di un futuro dove dovrà subire di molto peggio. Inizia la scuola e lì per un numero imprecisato di anni che non sono per niente pochi avrà serie limitazioni di movimento perché a scuola non si fa sport e soprattutto si inventano l’espediente che ti toglierà la possibilità di muoverti come si deve per tutta la vita: non hai tempo perché devi studiare, devi passare le verifiche devi fare questo e devi fare quello, tutta una serie di “devi” che lo studente dovrebbe solo pensare a come liberarsene.

Nel mondo del lavoro, dove se non vuoi avere subito seri problemi economici devi inserirti abbastanza presto, avrai limitazioni ancora più gravi e così, con paghe da fame ma un modello di società che ti istiga a spendere tanto, addio del tutto al tempo libero e ci sono giovani che dovrebbero fare sport per 10-15 ore la settimana che trovano sì e no 3-4 ore per fare una sottospecie di sport che talvolta non è nemmeno divertente perché con così poco tempo non ti appassioni proprio a nulla. Un po’ più avanti sei nel cuore dell’attività lavorativa, devi mandare avanti una famiglia, hai già la panza ma se provi a dedicare un po’ di tempo all’attività fisica sei un mezzo criminale perché vuol dire che sei del tutto irresponsabile ed inadempiente nei confronti dei compiti che la società ti assegna. Ovviamente sei pure costretto ad usare l’automobile perché nella tua città il sistema dei trasporti pubblici fa praticamente schifo, le piste ciclabili non esistono e quelle poche che ci sono sono pure pericolose e pertanto possibilità di movimento proprio non ne hai. Non resta che attendere la pensione ma quando arriva devi fare il nonno perché i figli non hanno il tempo di fare i genitori. A quel punto confidi in una quarta età dove finalmente nessuno ti romperà più le balle e potrai muoverti un po’ di più ma anche lì non puoi in primo luogo perché non ce la fai proprio più e poi anche se ce la fai ti mettono anzitempo in sedia a rotelle perché se caschi ti rompi il femore e poi è un casino che non te la cavi più.

Il movimento è una questione politica. Se accettiamo di buon grado questo tipo di società tempo per muoversi ce n’è gran poco. Se invece abbiamo la fantasia di ipotizzare una società diversa da questa allora forse c’è molto da fare, ma non per servire l’economia, per servire noi stessi.