ATLETICA: PERCHE’ SIAMO LA DDR DEL VENTUNESIMO SECOLO

Spero con quest’articolo di non portare sfortuna alla nazionale di atletica che con tante ambizioni si presenta a Parigi. Comunque vada anche alla luce dei recentissimi risultati dei campionati europei e, in questi momenti, pure degli europei giovanili under 18 si può dire che la nazionale italiana è una specie di DDR del ventunesimo secolo.

La DDR aveva un motivo sociale nei suoi exploit. I tedeschi est avevano nell’atletica e nello sport in genere quella valvola di sfogo per uscire dal torpore del regime comunista. La strada illecita e pericolosissima era quella di provare a scavalcare il muro, la strada lecita e ben più gratificante era quella di battere i cugini dell’ovest (altrettanto competitivi) e conquistare l’eternità oltre ad una serie di privilegi certamente desiderabili.

In Italia attualmente siamo una specie di DDR, qualcuno un po’ più pessimista dice una specie di Africa, io penso di essere più obiettivo a dire una specie di DDR. Gli africani (e purtroppo ancora adesso, non solo un tempo…) correvano per fame. Se corri bene scappi dalla fame e riesci a risolvere quel problema per tutta la famiglia e pure per parenti anche non stretti. Siamo sinceri, in Italia non si corre per fame, in qualche modo mangi. Come mangiavano i tedeschi est. Però se non corri bene non è detto che te la passi bene. Non te la passi bene nemmeno in altri paesi europei ma forse l’Italia è il paese europeo dove senti di più la spinta a tentare di scavalcare il muro grazie all’atletica. E’ un muro di ipocrisia dove se un giovane non si fa largo con particolari doti non ha nessuna garanzia di vivere una vita dignitosa, sempre pronto ad essere sfruttato in un mondo del lavoro che non da garanzie. Emergere nell’atletica e nello sport in genere è un sistema per sfuggire a questo mondo pronto a schiavizzarti. Se sei un numero uno dello sport nessuno può più schiavizzarti perché hai già il tuo posto più che dignitoso e non ti possono più ricattare.

Potete ricercare i successi dei ragazzi italiani in centomila altri motivi. Qualcuno dirà che è lo staff tecnico di prim’ordine a tenere in piedi la squadra, qualcuno che è quello che mangiamo, qualcuno che è l’aria. Io sono assolutamente convinto che staff tecnico e pure medico, aria e cibo siano proprio equiparabili a quelli degli altri stati europei.

Quello che fa la differenza è lo stato d’animo, la motivazione. Qui se non emergi nello sport hai problemi seri, ti devi inventare qualcosa per trovare spazio, non è per niente facile trovare la propria collocazione sociale.

Io mi auguro che in futuro spero vicino si possa davvero dire “I nostri giovani sono i più forti perché hanno la miglior assistenza tecnica, mangiano meglio, respirano aria pura…”. Al momento la realtà è che i nostri giovani vincono per la necessità di vincere. Se non vincono non dico che siano ai passi dei giovani africani, messi decisamente peggio, ma non meglio dei giovani della DDR di mezzo secolo fa che anche se non soffrivano la fame avevano comunque una grande necessità di vincere.

E’ un’ analisi grottesca la mia, mi auguro che lo possa essere sempre di più e che le vittorie arrivino ancora, perché è molto più bello vincere “potendolo” fare che non vincere “dovendolo” fare.