Commento a “L’atletica televisiva…”

“Interessanti le considerazioni sul confronto fra atletica di base e atletica di vertice.

In particolare è interessante rilevare che se un tempo l’Italia faceva molta fatica a racimolare medaglie in contesto internazionale si può anche ricordare che più o meno in ogni classe di istituto superiore, in quarta o quinta trovavi almeno un ragazzo in grado di saltare in alto un metro e ottanta e un velocista in grado di correre i 100 in 11″3, anche se non praticavano atletica, anzi per lo più erano calciatori discretamente veloci e/o elastici.

Adesso di medaglie ne prendiamo tante, quasi come la D.D.R. o come l’U.R.S.S. di un tempo come scritto sull’articolo appunto, però ragazzi che saltano 1 metro e ottanta nell’alto o corrono in 11″3 sui 100 non ne trovi più, o meglio li trovi ma è gente che pratica atletica da almeno due o tre anni, non li trovi più fra gli studenti comuni.

Questo vuol dire che la nostra squadra nazionale è migliorata ma non è migliorato il livello medio prestativo della gioventù italiana.

Allora per spiegare questo devi porti semplicemente un quesito. “Agli sponsor interessano di più le medaglie degli atleti della nazionale oppure che un ragazzo qualsiasi che non pratica nemmeno l’atletica come sport salti in alto 1 metro e 80 senza nemmeno essersi allenato specificamente per quello?” Fatta questa domanda ti sei già risposto da solo.

Evidentemente bisogna trovare i sistemi per migliorare anche il livello di salute dei ragazzi italiani (non solo per prendere tante medaglie ai Campionati Europei e/o alle Olimpiadi) più ancora che la loro capacità di produrre risultati significativi senza preparazione specifica. Si tratta di farli muovere di più perché è solo se si muovono di più che possono sviluppare quelle doti motorie non specifiche che consentono loro di funzionare bene a livello motorio anche senza essere specificamente preparati per una certa disciplina. Evidentemente il contesto sociale è determinante e scuola e società sono pienamente coinvolti.

Non trascuriamo l’era del telefonino che per certi versi è ben più devastante di questo tipo di scuola, che tutto sommato non è molto diversa da quella di mezzo secolo fa…”

  • Che la scuola sia molto simile a quella di mezzo secolo fa non mi entusiasma per niente, anzi tende a mandarmi in depressione, però è vero che c’è qualcosa di peggio ed è pure possibile che sia l’era del telefonino perché i ragazzi italiani sono indubbiamente meno abili a livello motorio di quelli di un tempo. Questo è un fatto di salute più che di medaglie nello sport e pertanto qualcosa bisogna inventarsi. Visto che la categoria che studia i sani è quella degli insegnanti di educazione fisica vuol dire che dovremo occuparcene proprio noi. Se la situazione degenera dovranno occuparsene anche i medici che sono i professionisti che si occupano dei malati. Ma allora vuol dire che noi avremo già fallito, a livello tecnico e anche a livello politico perché se contiamo meno del due di spade, quando la briscola è bastoni, la colpa è certamente nostra e non dei medici.