I telefonini di un tempo erano arrivati a pesare poco più di 50 grammi e misuravano circa 4×10 centimetri. Erano certamente una nuova schiavitù ma almeno erano poco ingombranti. Uno smartphone pesa sui due etti e mezzo (cinque volte tanto un vecchio telefonino) ed ha dimensioni di circa 8×17 centimetri, praticamente una tavoletta di 136 centimetri quadrati che però non può servire in piscina per agevolare il nuoto perché non si può nemmeno bagnare.
Per noleggiare un monopattino ti costringono ad usare lo smartphone, anche per noleggiare una bici elettrica e pure per prendere una comunissima bici normale senza pedalata assistita. Pure per accedere a certi uffici pubblici ti costringono ad usare lo smartphone e anche per prenotare certe visite mediche. Insomma vogliono costringerci tutti quanti a comprare lo smartphone e, ciò che è peggio nelle scuole non insegnano ai ragazzi a liberarsi da questa schiavitù, tutt’altro.
Eppure lo smartphone fa male alla salute, è documentato, e chi ha avuto la fortuna di vivere anche senza smartphone (non i giovani d’oggi) sa benissimo che la qualità di vita senza smartphone era superiore anche se si rende mestamente conto che vivere senza smartphone nella società attuale non è facile.
Le persone che sopravvivono senza smartphone sono sempre meno perché per lo più erano anziani refrattari a questa nuova moda e la liberazione dallo smartphone è una lotta che non ha per niente tanti adepti. Cercate su internet l’argomento per capire quanto sia poco dibattuto. A tal proposito si capisce benissimo come internet appoggi solo un certo tipo di lotte e glissi su altre. La lotta contro lo smartphone è veramente piuttosto contenuta, riguarda solo pochi milioni di persone e non sono nemmeno tanto convinte perché si sentono tutti dei Don Chischiotte contro i mulini a vento. Però su internet di queste persone e del loro pensiero non c’è traccia, è come se non esistessero e, al limite, vengono etichettati come ricchi radical chic quando invece per la norma è comunissima povera gente che ne ha semplicemente le scatole piene dello smartphone.
I complottisti stessi, tanto attenti alle nuove schiavitù del tempo, ignorano l’argomento e, per esempio, dicono che vogliono renderci tutti deficienti facendoci assumere un certo farmaco che ci rende deficienti quando la realtà è molto più semplice e triste: ci rendono deficienti e burattini con molto meno, semplicemente vendendoci lo smartphone e non devono nemmeno spendere soldi per farci prendere ipotetici farmaci rincoglionenti.
Insomma lo smartphone è il vero flagello del tempo, quasi peggio di quanto fosse la televisione qualche decennio fa e non si vede all’orizzonte chi abbia i numeri e la capacità per liberarci da questo flagello.
Il sottoscritto soffre parecchio la questione (e per i più è una patologia e non una razionale nostalgia per tempi migliori…) e per capire come mi sento dovete sapere che a me da già molto fastidio quando vado a correre in qualche posto dove arrivo in auto, portarmi dietro una chiave moderna che pesa quasi 50 grammi in luogo delle vecchie chiavi che pesavano circa dieci grammi. Figuratevi quanto sono disposto a portarmi in giro cronicamente una tavoletta di due etti e mezzo. Il tutto in un’ era dove teoricamente potresti uscire di casa senza nulla perché le porte si possono benissimo aprire senza chiavi ma con una semplice combinazione e pure l’identità ormai è una bufala perché con il riconoscimento facciale è superata.
A me non fa paura il riconoscimento facciale anche se invade irrimediabilmente la privacy. Se ti comporti bene ti può riconoscere chiunque. Semmai può far paura che qualche lestofante possa utilizzare questi mezzi per mettere in atto chissà quale piano criminoso, ma la schiavitù dello smartphone è pesante quanto trasparente e pure in contraddizione con tutto quanto ci avviene attorno. Se puoi sapere tutto di me in altro modo mollami dallo smartphone e rinuncia a controllarmi con un accidenti che mi peggiora la qualità della vita. Puoi controllarmi benissimo anche senza smartphone, cosa te ne viene in tasca? L’ennesimo business? E pure possibile. In effetti ci stiamo ancora servendo dell’auto privata che dovrebbe essere del secolo scorso perché fa ancora business e pertanto è pure possibile quello: lo smartphone, nato come strumento di controllo della popolazione, non sparisce più perché e rimasto comunque un gigantesco business. Temo che per i prossimi decenni non ci sia speranza. A meno che non si cominci a scuola a fare un certo tipo di educazione. Ma anche lì non ci vedo molte speranze. Da sportivo vi dico solo: provate a correre con lo smartphone e senza e valutate la differenza. Non fermatevi lì e tentate di capire quante cose si fanno meglio senza smartphone, sono veramente tante.
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