PERCHE’ E’ IMPORTANTE LO SPORT

Per fare il buontempone, ogni tanto, me ne esco con una battuta un po’ scema quanto singolare e dico: “Facciamo un forum interculturale sull’Aldilà, invitiamo tutti i capi di religione, tutti gli scienziati, chi più ne ha più ne metta, pure opinionisti, terrapiattisti e personaggi di ogni estrazione culturale e ci mettiamo a discutere…”. Non verrebbe nessuno. I capi di religione con la scusa che loro si occupano a tempo pieno di queste cose e se vogliamo aderire alla loro religione non c’è nessuna resistenza in proposito. gli scienziati perché avrebbero paura di fare brutta figura e sanno benissimo che si troverebbero a disagio con i rappresentanti delle varie religioni, terrapiattisti opinionisti etc, direbbero che l’argomento non interessa poi molto perché non è di larga diffusione.

Forse c’è solo un motivo per cui non si fa questo gigantesco summit dai contorni così improbabili. Che, molto semplicemente, in un attimo, scoprirebbero la grande cosa che ci dovrebbero insegnare in prima elementare (ai miei tempi la insegnavano davvero): che non ha senso fare guerre perché viviamo un momento così breve nel quale mettersi pure a fare la guerra è una follia imperdonabile.

Siccome le guerre fruttano molto danaro a tante persone importanti allora ci sarebbe chi scappa dal tavolo anzitempo e tutto andrebbe a carte e quarantotto un po’ come alle riunioni sui cambiamenti climatici quando i rappresentanti dei paesi maggiori responsabili di questi abbandonano il tavolo perché hanno tutto da perderci a mettersi con calma ad affrontare la Realtà.

Lo sport è importante perché è una guerra simulata e ti aiuta a capire quanto è idiota la guerra vera. Qualcuno dice che lo sport è una guerra vera ed è per quello che il doping circola a fiumi negli ambienti sportivi di alto livello. Io dico che il doping non ha certamente l’obiettivo di danneggiare la salute dell’avversario e se proprio mina la salute di qualcuno è quella del soggetto che si arma di tale mezzo deplorevole per sconfiggere l’avversario. Sono comunque contro il doping perché sposta l’attenzione dal campo sportivo all’ambulatorio e consegna il problema tecnico nelle mani dei medici che per conto mio devono occuparsi dei problemi dei malati e non dei sani che vogliono prendere farmaci anche se non ne hanno bisogno (ce ne sono tanti anche fra i non sportivi e invece di trovare persone che li frenano in tali cattive abitudini trovano un esercito di mercenari pronti a dire che con i farmaci si vive meglio anche se non si è malati…).

Lo sport ti aiuta a fermarti ed a pensare e ti fa capire che le energie indirizzate verso fini distruttivi sono energie spese male che (termini sportivi) vanno ad ostacolare il processo di allenamento.

Lo sportivo ha sempre ben presente il processo di allenamento che è quell’insieme di cose che devono essere studiate bene per giungerei al risultato sportivo. Non c’è tempo per fare la guerra nel processo di allenamento e se su un campo sportivo tirano le bombe devi scappare in un altro campo dove non tirano le bombe e puoi allenarti, non è che puoi armarti di missili e sparare contro chi bombarda il campo.

Chi lancia un missile ha sempre torto. Non si affronta la vita lanciando missili. Si affronta la morte che prima o poi arriva anche senza lanciare missili, pertanto lanciare missili è una cosa idiota che deve essere vietata a tutti gli uomini, sia giusti che ingiusti. Nel lancio del missile non ci sono giusti ed ingiusti ma solo idioti (che lo lanciano) e non idioti che invece di lanciare un missile lanciano un giavellotto solo per tirarlo distante e non per colpire qualcuno essendo preventivamente scappato da quel territorio dove gli idioti lanciano missili. La solidarietà non è fornire missili a chi ha avuto la casa devastata da un missile ma fornire ospitalità in un luogo dove non lanciano missili. Fornendo missili i luoghi dove vengono lanciati i missili si ampliano ed il gioco non finisce più, promuovendo la guerra idiota che arricchisce solo pochi privilegiati e provoca morte e miseria su vaste zone del pianeta.

Lo sport è contro la guerra, forse per questo nelle sue forme più sincere e coinvolgenti è un po’ in crisi. La guerra alimenta la nostra economia perversa, lo sport la smonta. Siccome dell’Aldilà non ce ne frega niente e un po’ come per il clima non ci mettiamo mai d’accordo per organizzare un bel summit che ce lo faccia comprendere, preferiamo alimentare la nostra economia del cavolo e andare avanti con le guerre che ci tolgono il tempo per vivere.

Io dico che lo sport è più importante, purtroppo lo sport implica un cambiamento dello stile di vita perché invece di lavorare per servire un modello di vita fondato sul danaro finisci per impiegare tempo su cose che ti portano a smontare il sistema del danaro tarpando le ali ad un certo tipo di arricchimento che però è appannaggio di una ristretta elité di burattinai. Il vero arricchimento, che è nella qualità della vita, più che nella capacità di accaparrarsi beni materiali, può avvenire solo senza guerre. Lo so che pare una contraddizione ma la guerra alla guerra parte dallo sport ed è una “non guerra” senza missili perché va su un altro livello culturale, che è quello dove la solidarietà, la qualità della vita, conta più del danaro, della ricchezza, dell’accaparramento di beni e di ogni falso ideale di Patria.

La Patria ha senso fintanto che può stare in piedi senza fare la guerra: se per tenerla in piedi bisogna fare la guerra allora è solo uno stupido concetto del secolo scorso ed è decisamente meglio scappare dove non c’è la guerra. Lo sport è più importante della guerra, non uccide, ti fa vivere e ti arricchisce anche mentalmente oltre che fisicamente. E faticoso perché ti costringe a rinunciare agli agi dei paraculati che fanno la guerra. Per certi versi è eroico, ma non certamente solo se ti sei dopato ed hai vinto la medaglia, anzi se fai così hai quasi appoggiato la filosofia di chi fa la guerra anche se fai sport. Lo sport vero è quello che cambia la società non quello che ti porta alla medaglia.