MENO BUROCRAZIA, PIU’ BUON SENSO

Sul “progetto atleta”, nato dalla collaborazione fra scuola e federazioni sportive, mi sono già espresso.

Per conto mio tutti i ragazzi sani e anche non sani sono “studenti atleti” e non è certamente necessario andare a consultare le graduatorie federali per vedere se sono nei primi 36 posti della nazione per potergli riconoscere che al pomeriggio non vanno a drogarsi ma vanno giustamente a fare sport e dunque hanno bisogno di tempo per praticarlo.

Comunque facciamo finta che questi primi 36 d’Italia abbiano più bisogno di allenarsi degli altri (per conto mio sono gli altri che hanno bisogno di allenarsi di più, in una certa materia studia di più chi ha dei deficit, non chi è già esuberante…) e dunque c’è questa pratica per ottenere lo status di “studente atleta”. Allora a tal scopo la società sportiva di appartenenza del ragazzo redige un documento sul quale è certificato il livello prestativo dell’atleta con tanto di indicazione di posizione nelle graduatorie nazionali. Tale documento è redatto dalla società, timbrato e firmato dal presidente della stessa. Dovrebbe bastare e avanzare, anzi per conto mio non dovrebbe essere nemmeno necessario scomodare il presidente per questa cosa, dovrebbe essere più che sufficiente che se ne occupi un segretario che mette mani alle scartoffie e certifica il tutto (cosa che poi, di fatto, avverrà già perché bisogna comunque salvarsi dalla burocrazia esasperata..,).

No, non è sufficiente, occorre un altro documento della federazione sportiva di appartenenza che certifichi la stessa identica cosa, come se le società sportive fossero messe lì a dire balle alla scuola.

La cosa oltre che grottesca ed irrazionale è semplicemente umiliante. Se un certo preside non si fida della dichiarazione della società sportiva non fa altro che verificare sul sito della federazione stessa, normalmente consultabile da qualsiasi mortale e verifica se la società sportiva ha raccontato balle o meno.

Non solo la scuola non si occupa dell’attività sportiva dei ragazzi perché non ne ha il tempo, il personale e le strutture per poterlo fare ma fa pure ostruzionismo burocratico su quelle poche iniziative che vengono messe in campo per far finta che ci sia una collaborazione fra scuola e federazioni sportive.

Probabilmente questa non è la cosa più significativa e nemmeno la più importante di quello che accade fra scuola e attività sportiva dei ragazzi ma ha comunque un certo significato simbolico su quella che è la situazione attuale.

Quello che manca è il buon senso e allora mi preme tornare un attimo su quella che è stata una polemica, purtroppo durata troppo poco, innescata da un genitore coraggioso che ha avuto la temerarietà di affermare che un tre a scuola per un ragazzo è una cosa deprimente ed una presa in giro.

Sono perfettamente d’accordo e, se necessario, mi rimangio anche un’affermazione che ho fatto più volte sul ruolo dei genitori nella scuola. Io ho sempre detto che devono starne assolutamente fuori e che è semplicemente scandaloso il registro elettronico che permette ai genitori di verificare costantemente il rendimento del pargolo a scuola. Lo definisco “pargolo” perché se lo spirito è quello va definito proprio “pargolo”. Per conto mio la scuola dovrebbe essere una questione fra ragazzi ed insegnanti, senza interferenze e sarebbe molto più educativo e li responsabilizzerebbe il giusto.

Invece no, si vede che è necessario che i genitori ci mettano il becco e allora se proprio devono metterci il becco almeno che lo facciano per rilevare le incongruenze di questa scuola che non è capace di svecchiarsi ed adeguarsi ai tempi.

Sono proprio convinto che il tre sia una presa in giro e vado anche più in là: pure il nove è una presa in giro, intanto perché il livello delle nostre scuole non è mai talmente elevato da poter rilasciare un autentico nove, e poi perché anche se questo nove fosse autentico è diseducativo e pure pericoloso. Per come è strutturata la scuola italiana una gamma di voti che va dal cinque all’otto basta e avanza, le altre sono plateali prese di posizione della classe insegnante che non ha voglia di dichiarare una volta per tutte che si va a scuola per imparare e non per prendere i voti alti e pertanto sta storia dei voti dovrebbe essere superata per smetterla di prendersi in giro.

Se c’è chi a livello burocratico sostiene che si va davvero dall’uno al dieci (forse ci sta pure lo zero…) e lo dimostra pure con modelli matematici anche per pretendere poi di fare media fra questi fantastici voti io vi dico che dal punto di vista del buon senso la scala può andare solo dal cinque all’otto e vi spiego pure nel dettaglio perché.

Il tre è un’autentica presa in giro, forse l’hanno inventato solo perché un giorno del ventunesimo secolo un genitore dovesse arrabbiarsi mettendo in crisi l’istituto del voto.

Il quattro è un’autodenuncia dell’insegnante. Per conto mio quando ci sono dei quattro andrebbe indagato l’operato dell’insegnante perché probabilmente vuol dire che quell’insegnante è un incapace, pertanto anche se qualche quattro può esistere, stendiamo un velo pietoso, non complichiamo il lavoro dell’insegnante e speriamo che possa lavorare meglio possibile per migliorare la situazione.

Il cinque, in effetti, può essere diffuso e lo è tanto più la scuola è stressante e poco entusiasmante. Può esserlo soprattutto se uno studente non è attento in classe. Se uno studente non è attento in classe e a casa non ha tempo di studiare può pure essere che non riesca ad arrivare al sei. Ma allora lì c’è un problema disciplinare, vuol proprio dire che della scuola non te ne frega niente. Se anche la scuola non ti entusiasma tenta almeno di capire cosa dicono perché al sei ci devi arrivare, altrimenti ti fanno ripetere l’anno.

Il cinque probabilmente è figlio della coercizione e per stroncarlo bisognerebbe eliminare completamente l’istituto del voto come scrivevo prima oppure con un impeto di responsabilizzazione del ragazzo (in controtendenza all’atteggiamento del genitore che controlla tutto) fare in modo che le varie bocciature fossero concordate fra ragazzi ed insegnanti.

Si dirà che nessun ragazzo ci sta a farsi bocciare e, se non altro per restare sempre con gli stessi compagni di classe, vuole sempre stare in quella classe anche se il suo rendimento è scadentissimo. Allora è chiaro che l’insegnante deve convincere il ragazzo ad approdare almeno ad un rendimento minimo altrimenti quel ragazzo in quella classe fa proprio fatica a starci. In sintesi bisogna parlarsi, cosa che nella scuola italiana non accade, perché è troppo difficile ed è meglio andare avanti a voti.

Questo delicatissimo punto appena toccato spiega anche perché il nove è assurdo ma andiamo con ordine.

Come già accennato il sei dovrebbe essere appannaggio di tutti gli studenti normalmente dotati che ascoltano normalmente le lezioni a scuola e non dovrebbe essere necessaria proprio nessuna stramaledetta integrazione con lo studio a casa per ottenere questo sei. Vuol dire che se anche uno è un atleta che si allena tutti i santi pomeriggi senza aver un attimo di tempo per studiare a casa con quello che ha fatto a scuola (che sono mediamente trenta ore la settimana o più, mica bruscolini…) al sei della mitica promozione dovrebbe arrivarci.

Il sette è per chi evidentemente ha pure tempo per studiare o l’entusiasmo per elucubrare particolarmente sulla materia.

L’otto per me è quasi patologico e deve già destare qualche perplessità. Se sei un giovane sano che pratica sport e ha le sue passioni che necessità hai di arrivare all’otto? Se questo otto è sporadico e relativo a qualche materia che ti appassiona poco male ma se è un otto molto diffuso può far sospettare ad un desiderio di riscatto verso qualcosa che non funziona nella vita extrascolastica. Diciamolo chiaro e tondo: il vero secchione non è un personaggio che ci può lasciare molto tranquilli, a parte che rischia di rovinarsi precocemente la vista ma bisogna anche tentare di capire l’autentica motivazione per la quale si getta anima e corpo nella scuola.

A questo punto avete già capito perché il nove è potenzialmente pericoloso, diseducativo e da evitare. Il nove è pane per il secchione che rischia di aumentare il suo problema. Così come i ragazzi molto performanti nello sport devono essere controllati perché se si allenano troppo con il cavolo che potranno avere una normale maturazione nello sport, anche i talenti della scuola rischiano di bruciarsi se si concentrano nello studio come degli adulti già a sedici, diciassette anni. Insomma uno può anche essere un nuovo Einstein ma se questa propensione si manifesta nell’età adulta (c’è tutta una vita per studiare) è molto meglio che non se si manifesta in tenera età togliendo spazio per cose troppo importanti che non possono essere trascurate.

Non è solo il tre che non funziona pertanto o l’eccesso di burocrazia con il quale ammettono che hai bisogno di tempo per fare sport ma tutta la mancanza di buon senso che ruota attorno ad una scuola che porta via tantissimo tempo ma insegna veramente poco ed è questo il vero problema che tutti, ragazzi, insegnanti e pure genitori se dobbiamo metterci dentro anche quelli, non riescono ad affrontare.