SUCCESSI NELLE CATEGORIE GIOVANILI E PROSPETTIVE DI RENDIMENTO FUTURO

Premetto che da questo punto di vista non tutti gli sport sono uguali e vi sono degli sport, per esempio la ginnastica della mitica Nadia Comeneci, dove il successo giovanile coincide proprio con il trionfo a livello assoluto. Nel mezzofondo in atletica, dove la maturazione normalmente avviene un po’ più avanti, non è così ed il discorso è diverso.

Per gli sport dove la maturazione è lenta pare di poter dire che per essere un numero uno della categoria assoluta c’è da augurarsi di non essere stati un numero uno nelle categorie giovanili. Difficilmente quello che vince nelle categorie assolute è stato un numero uno delle categorie giovanili e chi ha vinto tutto in quelle categorie anche se può restare un ottimo atleta difficilmente riuscirà a vincere anche nelle categorie assolute.

Un’eccezione in tal senso, proprio trattando di mezzofondo in atletica, pare il giovane talento norvegese Jakob Ingebrigtsen. Questi, alla tenera età di 17 anni correva già i 1500 in 3’31” (era il luglio del 2018) e adesso è in predicato per essere uno dei personaggi che potrà battere l’annoso record mondiale di Hicham El Guerrouj, che risale al 1998 ed è di 3’26″0. E’ curioso vedere se ce la farà o se qualche altro talento che ha ottenuto in gioventù risultati meno eclatanti dei suoi lo precederà nell’impresa confermando la regola statistica ma in ogni caso si può dire che il ragazzo ha avuto il merito di non perdersi per strada e mantenersi integro nonostante gli eccezionali risultati giovanili.

Tornando al fatto statistico, eccezioni a parte, viene da porsi un quesito con riferimento al vertice della specialità che non è più “Che tempi deve ottenere da giovane un atleta che vuol approdare al record del mondo in età adulta?”, bensì un quesito diverso: “Quanto deve poter migliorare dai 18 ai 25 anni circa un atleta che vuole ambire al record del mondo?”. La riposta non precisa ma abbastanza attendibile è la seguente: “Circa 10-12 secondi se si tratta di 1500 metri e circa 5-6 secondi se si tratta di 800 metri, un atleta che non è capace di fare questi miglioramenti nei 6-7 anni di piena maturazione agonistica quasi di sicuro non può arrivare al record del mondo…”

L’eccezione Ingebrigtsen ha migliorato di soli 4″ in cinque anni nei 1500 e dunque di lui si potrebbe dire che ha preso il treno sbagliato ma visto che è partito dallo stratosferico tempo di 3’31” a diciassette anni bisogna ravvisare anche che ormai gli manca solo poco più di un secondo al raggiun gimento dell’ambita meta e nei 4-5 anni che lo separano dalla piena maturazione agonistica ci si può proprio attendere che il risultato si concretizzi. Semmai bisogna vedere appunto se a quel tempo non ci arriva prima qualcuno che proviene da fasti meno eclatanti nelle categorie giovanili.

E’ difficile capire se siano motivi fisici o motivi psicologici a frenare la scalata di chi ha vinto tutto a livello giovanile. Se il motivo è il primo si potrebbe semplicemente pensare che il ragazzo a maturazione precoce ha bruciato le tappe e non matura più quando gli altri stanno ancora completando il processo di perfezionamento sportivo, Se il motivo è il secondo la faccenda è diversa e si potrebbe semplicemente dire che chi ha vinto tutto a livello giovanile non ha più la fame di risultati necessaria per vincere anche a livello assoluto.

Ma lì allora intervengono fattori ambientali a cambiare il panorama e lo stesso ambiente che ha esercitato pressioni troppo elevate per farti dare il massimo da giovane può essere quello che ti ricarica per farti capire che se non hai primeggiato anche a livello assoluto non hai ancora lasciato il segno nella storia dello sport.

Forse questa è pura dietrologia e sono discorsi utopistici ma sarebbe proprio da dire al giovane talento che se il suo obiettivo è combinare qualcosa di storico nelle categorie assolute farebbe un po’ bene a frenare nelle categorie giovanili.

Nella realtà il ragazzo che vince da giovane può pure pensare di essere geneticamente portato per vincere a quell’età e se si trova nella condizione di farlo non si tira certamente indietro a maggior ragione nella consapevolezza che forse più avanti non riuscirà più a vincere nulla.

Per gli scommettitori resta una chiara indicazione: non bisogna puntare su chi ha vinto tutto da giovane ma su chi ha i giusti miglioramenti nell’età giusta. Jacob Ingebrigtsen è lì per sfatare questo mito, vediamo se ce la farà…