Molti, sapendo che corro da quasi mezzo secolo (anche se adesso chiamare il mio tapasciare corsa è un po’ blasfemo) mi chiedono “Come si corre”. Io rispondo monotonamente che non esiste una tecnica di corsa vera e propria e che si parte sempre dalla corsa del singolo soggetto per scoprire se magari non ci possano essere degli accorgimenti per renderla più funzionale, economica ed efficace, ma senza partire da un fantomatico modello ideale che non esiste per nessun robot e tanto meno per nessun essere umano.
Penso che cambierò risposta, anche per combattere la monotonia e, a chi mi chiede “Come si corre”, risponderò con un perentorio e secco “Senza telefonino”.
Ho cambiato idea, non è vero che non esiste una tecnica ideale di corsa, ne esiste una sola, universale e va bene per tutti gli atleti: senza telefonino appunto.
Qualcuno mi dice che i medici con obbligo di reperibilità devono essere sempre rintracciabili, anche quando sono al cesso, per quelli c’è il vecchio cicalino. Suona il cicalino e quelli si fiondano all’ospedale in un amen. Per gli altri non ci devono essere urgenze di nessun tipo, se ci sono urgenze vuol dire che hanno scelto il momento sbagliato per andare a correre.
Se un podista, anche un tapascione di infimo livello, anzi soprattutto quello, va a correre con il telefonino ha rinunciato ad uno dei benefici più grandi che può dare la corsa che è quello di staccare dalla civiltà del telefonino.
Non è un fatto tecnico, anche se si riuscisse ad affinare la tecnica di corsa nel migliore dei modi pure avendo dietro il temutissimo telefonino io dico che nel momento della corsa lo spettro della telefonata deve essere dimenticato.
Non è nemmeno un fatto di pericolosità: è molto più pericoloso un automobilista che consulta il telefonino mentre guida di un podista che lo usa mentre corre. Il podista si rende conto di rischiare la vita fin che fa così e sta attento, l’automobilista tante volte non se ne rende conto e rischia di ammazzare sé stesso e pure qualcun altro. Verrebbe da dire “Usate il telefonino quando fate i podisti e non quando fate gli automobilisti…” ed io vi confermo che usarlo da automobilisti è peccato grave mentre da podisti è quasi veniale ma proprio perché corro da quasi mezzo secolo vi dico che è peccato grave usarlo anche come podisti, non per la pericolosità ma perché assassinate la corsa. Comunque, anche se non fate incidenti, una vittima la fate ed è la vostra corsa.
Il mitico Gelindo Bordin aveva un vezzo un po’ particolare, poco diffuso fra gli atleti di alto livello: andava in giro con le cuffiette ascoltando la musica. Non lo faceva sempre ma talvolta lo faceva. Per conto mio, anche se era un personaggio decisamente umile, era una delle poche frivolezze che si concedeva e lui voleva far vedere che riusciva a girare a 3′ per chilometro anche con le cuffiette quando chi usava queste correva si è no a 5 minuti per chilometro dunque otto chilometri all’ora più piano. Io, all’andatura di 3′ per chilometro (durante una variazione, che non crediate che corressi a quella velocità con la naturalezza di Bordin) una volta ho “investito” una vettura che usciva da un garage: ho scoperto in un attimo di avere delle insperate capacità nel volteggio al cavallo e l’ho scavalcata come nulla fosse senza nemmeno danneggiare il cofano sul quale ho posato rapidamente le mani per eseguire il volteggio. Se avessi avuto le cuffiette probabilmente mi sarei ammazzato o come minimo sarei finito al pronto soccorso. Adesso si va oltre, si usa il telefono, si risponde al telefono, si telefona.
C’è una tecnica di corsa ben codificata, non c’è scritta sui manuali per la corsa ma ve la scrivo io a chiare lettere: è quella senza telefonino. Quanto alle cuffiette, se proprio volete imitare Gelindo Bordin, iniziate a correre a 3′ per chilometro, se ci riuscite il passo successivo é riuscire a correre a 3′ per chilometro con le cuffiette. Ma io vi consiglio un modo ancora più efficace per imitarlo: fatevi crescere la barba, andate alle Olimpiadi, vincetele e poi baciate la pista appena superato il traguardo, ci saranno molti che diranno che gli ricordate Gelindo Bordin anche se non avete le cuffiette.