Mi dicono che scrivo troppo di scuola e troppo poco di pesi. Da un sito che si chiama “Personal trainer gratuito” ci si attende ben altro.
Il perché del mio indugiare ripetutamente sull’istituzione scolastica e ben poco sulla preparazione sportiva con i pesi è presto detto: sono convinto che si esageri alla grande con ‘sta mania della preparazione con i pesi anche con ragazzi che non hanno alcun deficit di forza e sono altrettanto convinto che si esageri alla grande anche con l’enfatizzazione del rendimento scolastico, cosa che finisce per peggiorare la qualità di vita dei ragazzi e magari, per l’appunto, ad indurli a chiudersi in una palestra a sollevare pesi nel poco tempo libero che hanno piuttosto che prendere entusiasmo per un certo sport che di tempo libero ne richiede molto di più di quanto possa richiederne una banale preparazione con i pesi.
Per certi versi la mania e la moda dei pesi sono alleati dell’ipercompetizione scolastica. Con un paio d’ore due volte la settimana puoi fare una preparazione con i pesi che è addirittura esuberante ed ingombrante per le esigenze di potenziamento muscolare di un ragazzo sano. Se invece ti appassioni ad un qualsiasi sport e vuoi praticarlo come Dio comanda di ore di preparazione alla settimana te ne occorrono circa 15 se non di più ed allora il conflitto con la scuola supercompetitiva diventa inevitabile.
La scuola ipocrita è quella che nessuno di noi vuole ma che molti finiscono per subire. E’ la scuola che richiede tempi biblici di rifinitura della preparazione a casa e sottrae troppo tempo allo sport. E’ la scuola dell’apprendimento mnemonico dove il libro di testo detta legge ed essenzialmente quando ci si attiene a quanto riportato dal libro di testo si è in una botte di ferro. Non viene sviluppato il senso critico ed i programmi ministeriali vengono ritenuti sacrosanti anche se non sono al passo con i tempi e sono una inutile gabbia che impedisce alla scuola di evolversi per fare vera ricerca. Fondamentalmente è una scuola dove non si fa ricerca perché ci si limita a studiare ciò che hanno scritto gli altri senza mettere in discussione nulla. I testi sono sacri. In una scuola del genere tutto sommato gli insegnanti non sono nemmeno necessari perché del loro ci mettono ben poco troppo tesi a svolgere alla lettera il programma ministeriale e a verificare che lo studente abbia appreso bene le nozioni che doveva apprendere. Che poi allo studente di quelle nozioni, in una gran parte dei casi, non freghi proprio nulla e siano pronte per essere trasferite in un amen dalla memoria a breve termine all’oblio per far spazio a nuove nozioni da immagazzinare per superare una nuova verifica, quello poco conta. E’ la scuola dell’ipocrisia dove lo studente si sente perennemente in affanno su un percorso ad ostacoli dove gli ostacoli sono le pericolose e minacciose verifiche che se non riesci a superare non ti insegnano proprio un bel nulla ma ti rendono semplicemente la vita scolastica noiosa e stressante.
In questa scuola il rapporto studente-allievo è minato dall’ostacolo del voto che diventa quello strumento di dissuasione che serve per non cambiare mai nulla. Nella scuola italiana ha successo l’allievo obbediente e che ripete quanto richiesto, è la scuola dell’obbedienza dove l’educazione non conta poi molto quanto adeguarsi a ciò che viene richiesto.
Questa scuola non può lasciare troppo spazio al tempo libero perché se lo svolgimento degli anacronistici programmi ministeriali è obiettivo principe allora il libro di testo deve essere considerato effettivamente sacro anche se il processo educativo autentico ne risulta fortemente ostacolato soprattutto nei suoi intenti di sviluppo dello spirito critico, illustre assente nella scuola attuale.
Io attacco ripetutamente questo tipo di scuola perché non fa i conti con le reali esigenze dei ragazzi che hanno bisogno anche per meri motivi di salute di appassionarsi ad un accidenti di sport vero (non è sport vero frequentare una palestra per sollevare pesi…) e pertanto non possono perdere interi pomeriggi su libri di testo falsamente moderni a studiare con lo stesso stile con il quale si studiava mezzo secolo fa.
Una scuola più autentica dove si vogliono imparare davvero le cose invece che superare le verifiche è auspicabile anche per migliorare un rapporto studente-insegnante che spesso è troppo asettico per non dire inesistente in quanto sostenuto dall’antica logica del ricatto voto (se rompi le scatole ti boccio…). Un miglior rapporto fra studenti ed insegnanti può nascere solo se cambia questo tipo di scuola. è chiaro che ciò richiede un grande sforzo a chi per molti anni ha sempre insegnato nello stesso modo ma è uno sforzo che merita di essere affrontato perché della scuola ipocrita a caccia del voto ormai non se ne può più. A scuola si va per imparare, non per prendere buoni voti, pare una banalità ma la maggior parte degli studenti italiani la pensano diversamente. Alla fine ne fa le spese pure lo sport e la salute dei ragazzi stessi, per questo me ne occupo in modo pedante ed insistente, quasi ossessionante, molto più di preparazioni con i pesi che potete consultare su tanti siti che… non trattano assolutamente di scuola.