Qualcuno che sente il mio afflato per la causa ambientale, mi fa rilevare che anche l’attività fisica inquina e che, se fosse per quello, sarebbe più opportuno starsene a casa a guardarsi la televisione.
Poco difficile rispondere sulla televisione: in modo indiretto è una delle cose che inquina di più, grazie alla gran quantità di pubblicità veicolata è uno dei più forti ed efficienti motori dell’economia consumistica. Si può pure dire che spegnere la televisione è una delle mosse più efficaci per combattere l’inquinamento e non certo per la quantità anche abbastanza esigua di elettricità che consuma, bensì per lo stile di vita che propina in ogni momento.
Allora l’opzione potrebbe essere starsene a casa a non fare nulla, a fare i perfetti sedentari e anche lì l’accusa si smonta in un amen. La sedentarietà porta ad un aumento del consumo dei farmaci, altra cosa che inquina in modo stramaledetto. Dobbiamo assolutamente muoverci non solo per riacquistare la salute ma anche per contenere il consumo di farmaci che costano un’enormità, gravano in modo molto pesante sul sistema sanitario nazionale e inquinano pure gran tanto. Questa piaga dell’eccessivo consumo di farmaci è un tipico sport nazionale e penso che si potrebbe cominciare a consumarne molto meno anche prima di convertire la popolazione al movimento. A fianco ai malati veri ci sono tanti malati immaginari che consumano farmaci solo per abitudine anche se non ne hanno bisogno e così a lungo andare si trasformano in malati veri perché tutti i farmaci hanno effetti collaterali e deve indubbiamente essere calorosamente sconsigliato il loro uso ai soggetti sani.
A tal proposito, se proprio vogliamo fare le pulci all’attività fisica, possiamo obiettare che il campione scriteriato, quello che non disdegna di ricorrere all’uso di farmaci per sostenere una preparazione massacrante, quello forse inquina più di quanto potrebbe inquinare. Il solo fatto che per un motivo o per l’altro sia costretto a ricorrere ai farmaci (ma un campione vero non dovrebbe mai ricorrere ai farmaci…) lo mette in una condizione di potenziale inquinatore. Allora, a maggior ragione, sconsigliamo l’uso di farmaci nella preparazione degli atleti di alto livello, anche quelli consentiti e smettiamola di considerare normale un certo tipo di integrazione in presenza di preparazioni molto consistenti in volume.
Se un certo tipo di preparazione si sorregge su carichi di allenamento che fanno ricorrere all’integrazione vuol dire che quel carico è esagerato ed inopportuno. Non è il caso di sopperire ad eventuali squilibri bio umorali con la chimica come se stessimo trattando dei malati ma bisogna semplicemente prevenire con una preparazione sportiva più razionale e meno consistente in volume.
Pertanto alla domanda provocatoria e tendenziosa se l’attività fisica possa essere considerata inquinante la risposta è un secco no. Nemmeno i campioni, se sono allenati bene, che producono gesta di altissimo livello. Inquinerebbero di più a guardare la televisione. Anche lì il consiglio pertanto è fin troppo semplice: non mettetevi a guardare i campioni in televisione ma tentate più audacemente di “diventare” dei campioni. Almeno da un punto di vista ecologico è più conveniente.